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Caro monsignore,
La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi!
Ho
ricevuto Il suo telegramma mi è stato trasmesso che
mi trovavo
a
più di 500 Km. di qui, nell’interiore, del
Brasile, e con uno
quindi con molto ritardo, -
né
mi potevo subito
risponderle, perché il Brasile non è l’Argentina.
Perdoni quindi il ritardo, e mi scusi se dovrò essere breve.
Caro monsignore, ella bene m’insegna che nelle tribolazioni, che il Signore ci manda
o permette, Egli vuole che ci rendiamo più buoni e simili al suo divin figliuolo
Gesù Cristo: vuol provare la nostra fedeltà, vuole esercitare la nostra virtù,
purgando insieme, quasi col fuoco, le nostre imperfezioni e le anime nostre.
Ci fa prendere esperimento di noi stessi, della nostra miseria e nullità,
perché, persuasi di ciò, ci rivolgiamo a Lui, e in Lui intieramente ci abbandoniamo.
Fede, quella Fede che è anche coraggio e fiducia nel Signore... bambino,
con
la docilità spirituale d’un figlio della Chiesa devotissim
senza limite devoto,
si attenga in tutto e per tutto a quella che Sua Eminenza, nella sua paterna saggezza,
Le dirà.
Può essere che Sua Eminenza Rev.ma qualche cosa sappia di ciò che, tempo fa,
si
era discorso, così accade tra
di noi, nel desiderio di fare qualche cosa,
se fosse stato possibile, per gli orfani della guerra di Spagna, ma lei, nella sua delicatezza,
neanche
lo accenni, a meno che egli non entri
a parlarne.
Non
dobbiamo precorrere il Padre il Prelato
e Prelato in X.sto, che
ha il quale,
oltre ché aver grazia di stato e lumi speciali,
ha ogni maggior conoscenza della pratica possibilità della cose.
Se N. Signore vorrà qualche opera in Argentina a pro degli orfani
della
Madre Spagna, lo farà attuerà,
o lo farà conoscere pel tramite di chi
in Argentina
lo rappresenta nella Chiesa.
Circa
quei 200.000 $ di che di che
mi già mi furono
offerti dalla sen.ra A.,
ritengo non sia il caso di farci conto.
E
Come Le ho
detto anche ad alcune signore spagnuole,
se mai fossi chiamato
invitato a portare il modestissimo contributo del mio personale, nulla farei
se
non chiamato con la
piena benedizione di Sua Eminenza Rev.ma,
e per pormi ai suoi ordini, umile e piccolo ai piedi dell’Arcivescovo
come
fossi ai piedi stessi
di N. Signore Gesù Cristo.
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Quanto all’hermano Carlos mi par bene che ritorni, da buon religioso,
alla
vita della sua Comunità Congregazione;
Iddio lasciamo a Dio,
che conosce le ore
e i momenti delle sue grazie.
In
questi giorni ho pregato per lei e continuerò a pregare per
Lei specialmente
specie
Maria SS., che le stia vicino ve e
la consoli conforti,
veramente da Madre
di ogni più alta consolazione.
E
non dubito che il Signore farà
risplendere la verità esaudirà tante suppliche
e la solleverà, caro monsignore, da tanta pena.
Si getti nel cuore di Gesù: non c’è nulla di più caro al Signore
che la piena confidenza in Lui -
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