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+ Almas ! Almas !
Rio de Janeiro, 10 aprile 1937
Nobilissima signora contessa
Dolores Cobo de Marchi di Cellere
La soavissima pace di Gesù sia sempre con lei, sig.ra contessa
e con tutti della sua casa!
Sono
tornato oggi da S. Paolo, dove mi
trattenni fui per otto giorni,
insieme
con quei miei cari miei
sacerdoti e figli in X.sto.
Sono tornato molto, molto consolato, per quello che ho veduto, per quello che ho udito dirmi dalle Autorità tutte, da persone degnissime e dalla bocca stessa del popolo,
del
bene grande che, con la grazia di Dio, fanno quei miei
poveri miei sacerdoti.
Sono
quattro sacerdoti in un quartiere popolare poverissimo
povero e già, direi,
abbandonato, più di 20.000 persone, la più parte operai e operaie. Erano senza chiesa, -
ed
ora hanno una chiesa con cupola in rame bella bella,
l’unica chiesa con cupola,
finora,
di San Paolo; sopra vi troneggia un grande crocifisso tutto
in rame.
La nuova chiesa fu elevata a parrocchia dall’Arcivescovo, ma è già troppo piccola,
e
abbiamo già acquistate
e pagate due case ai lati per
onde ingrandirla. -
Costano
più di 80 contos cadauna; e anche dietro la nuova
Chiesa si acquistò altra casa,
e vi si spesero più di 100 contos. È l’abitazione dei Padri, vi [è] il salone per le adunanze
e
teatrino, le sale pei
piccoli e per la gioventù maschile (Congregazione Mariana,
che
in S. Paolo fa da Gioventù Cattolica) vi [è]
la sede per gli uomini, e pei
vicentini,
per l’Apostolato cristiano-sociale degli Operai etc.
Oh quanto lavoro! e quanta pietà e spirito di sacrificio!
Tutti
Sono poveri, poverissimi quei miei religiosi,
ma tutti felici e lieti
di
dare consumare la vita
per salvare le anime, per dare
gloria a Dio e conforti alla Chiesa
e all’Arcivescovo.
Ah sono proprio contento: Deo gratias! Deo gratias!
E così i Superiori Mg.r Vicario Gen.le volle venirmi a salutare alla stazione.
Giunto
qui stamattina qui ho
ricevuto e gradito tanto la sua lettera, sig.ra contessa
con
gli augurî pasquali: Ella
La sig.ria sua, Sig.ra
Contessa, avrà ricevuti
i miei brevi ma cordialissimi che le mandai da bordo dell’«Augustus».
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Aspetto
qui di passaggio al
porto di Rio nave de’ miei, che vengono col
«Neptunia»,
per
condurli e li conduco in Argentina; 31 già sono
venuti, e 9 ora, ecco
sono 40:
tutti
per l’Argentina, sig.ra contessa e la Divina Provv.za
mi’ha aiutato, ed
pensi, ho potuto pagare il viaggio a 40!
E non ho debiti, sig.ra contessa, non ho debiti! E ho tante bocche da mantenere,
e
tan da pensare a tanti
bisogni, ma la Divina Provvidenza è la Divina Provv.za!
Oh mi aiuti a ringraziarla e a benedirla sempre e sempre!
Sa
che ora ho aperto una
Casa al Tigre? per è come la grotta di Betlemme, ma poi...
il Signore farà farà! e il Tigre era proprio abbandonato, e il Parroco stava laggiù,
lontano dal centro.
Sa che dal I marzo siamo anche al Chaco? A Sanz Peña,
a 324 km. da Resistencia. A Saenz-Peña dove per chiesa c’è una stanza, per altare tre tavole
inchiodate su due cavalletti, mancava anche il Messale, non c’è sacristia, non c’è cucina,
l’hermanno
sacristano è senza sacristia, e dove
il cuciniere è senza
cucina, -
è lo stesso Ermanno;
a mezzodì e a cena mandano a prendere un po’ di comida con la vianda -
Non
c’è la Chiesa, ma c’è la Sinagoga, e ci sono parecchie sale -
evangeliche, e
spiritiste
e vere chiese protestanti. In La
città abbiamo fa un
20.000 parrocchiani,
poi più di 10.000 sono sparsi, che ci vogliono ore di auto per andarci:
una frazione si chiama: Colonia del diavolo.
Prima
di noi c’era un vecchio padre francescano, di oltre 70 anni, che
ci
passava una o due volte al mese. e Al
Chaco ci fa un grande
calore,
e
nessuno volle voleva
andarci, e onde, in
mancanza di cavalli, trottan trottaron
gli asini.
Ah
sì! noi vogliamo
essere gli asinelli della Divina Provv.za.
Forse ché Gesù non preferiva gli asini? -
non entrò forse anche in Gerusalemme su d’un asino?
Sì,
sì: oh noi beati, noi se
saremo gli asinelli di Gesù, del Papa,
dei vescovi e delle anime!
Preghi, preghi, sig.ra contessa, che sempre restiamo poveri, piccoli,
umili
come gli asinelli, e tutti di Gesù e della S. Chiesa, ai
piccoli,
umili
ai piedi della S. Madre
Chiesa. Ed ora finirò. Se piace a Dio, tornerò in luglio. ma
Poi, se mi lasciano ritornare, ritornerei volentieri
per perdermi in Gesù e nelle anime, qui
in sud America.
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In
Italia i preti si toccano, qui sono pochissimi al bisogno. Che se,
poi invece,
non
credessero crederanno
che ritorni più, data l’età e
qualche disturbo al cuore e il diabete,
-
sarà lieto e felice lo stesso; basta amare il Signore, e
vivere e morire di amore
a N. Signore e alla Santa Chiesa: non ho altro desiderio, grazie a Dio: -
io voglio essere lo straccio di Gesù e della Santa Chiesa: sono un povero peccatore,
ma
essere almeno essere
l’ultimo straccio, e uno straccio che gridi:
amore, amore, amore a Gesù e alla S. Chiesa! - Finisco.
Preghi per me: pregherò tanto per lei, sig.ra contessa, pel mio amico Paolo,
per tutti i suoi cari. Amiamo Gesù!
Quando andrà in S. Pietro, baci per me quel piede benedetto
su cui si chinarono milioni di fedeli.
Il Signore conforti Vostra Eccellenza di grazie e di benedizioni,
per lei per la sua casa.
Suo obbl.mo ed umile servitore in G. Cr. e nella Santa Madonna
Sac. G. Luigi Orione
dei figli della Div. Provv.
P.
S. I duecento o trecento
pesos che il piccolo Pereira Jraola, il bambino rapito e ucciso,
aveva
teneva su d’un libretto postale
di banca, - i genitori li
adoperarono vollero adoperarlo
a farne il primo calice e la prima pisside per la nuova Casa al Tigre, aperta per i figli
del popolo.
Che
gran cuore c’è mai
in Argentina! nel centro dell’abitato
¨