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 Ai miei carissimi figli e fratelli

della Piccola Opera della Divina Provvidenza,


 Le gioje sante e spirituali dolci spirituali e dolcissime di questo del santo Natale

di nostro Signore Gesù Cristo mi si sono moltiplicate nel mio cuore dalle lettere

piene di affetti devoti, che voi, o miei cari figlioli e fig fratelli carissimi

avete voluto quasi a gara inviarmi forse anche per rendermi meno sensibile

la lontananza da voi e la vita che piace non sempre scevra di tribolazioni e di amarezze

che piace al Signore che io conduca in questa città di Messina.

 Sono passati oramai tre anni che la mano del Signore

mi ha portato su queste terre desolate dal terremoto

dove piacque alla Divina Provvidenza del Signore di stabilire al di là

e al di qua dello stretto alcune Case, ove con la divina grazia fiorisce la carità di Dio

e del prossimo nell’insegna nella pratica della vita religiosa

e nella cu cura spe educazione zione cristiana della gioventù.

 Il Signore nella sua misericordia ci ha tanto ajutato a fare del bene a molti orfanelli,

qui e altrove, e specialmente colla Casa di Cassano Ionio, aperta appunto per essi

in occasione del terribile disastro.

 A Cassano fiorisce la pietà, la disciplina e il lavoro, poiché gli orfani

vi crescono nella in disciplina Domini e sant nelle diverse arti del calzolajo del sarto

e nella agricoltura -

 Noi siamo piccoli e pochi e deboli, ma nostra gloria ha da essere

che niuno ci vinca nel pregare per la s. chiesa e pel Papa: niuno ci passi nell’ubbidire

più docilmente, più umilmente più af prestamente, più lietamente, più affettuosamente

e filialmente alla chiesa e al Papa siamo ben piccini ma l’amore sia grande, il più grande

Anzi io voglio darvi una crescere la santa letizia dei vostri cuori,

e comunicarvi che il S. Padre in occasione della s. feste,

rispondendo ad un mio devoto doveroso e figliale filiale indirizzo,

mandava con una lettera consolantissima una grande larghissima benedizione per me,

poveretto, e per voi tutti, o miei dolci figlioli e fratelli in Gesù crocifisso

 E le espressioni della bontà del S. Padre non si riferivano solamente

alle opere al lavoro che in Domino si fa in questi paesi, ma a tutti i religiosi

dell del piccolo Istituto e a tutte le opere del vostro zelo e a tutti i fanciulli

ch ai quali che la bontà del Signore ci ha affidati.

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 Io vi raccomando vorrei in questa mia dirvi di quanto grande conforto

mi sia riuscita la augusta lettera che il S. Padre si degnò di farmi pervenire

ma più di questo voglio parlarvi del dovere dolcissimo che abbiamo

di amare il Santo Padre, tanto più poiché amare il Papa è lo stesso che amare Gesù Cristo.

Amare il Papa è uno dopo dei l’amore il primo e più dolce dovere del cristiano sincero,

ma assai più, o miei carissimi, è dovere di noi religiosi,

poiché la massima fondamentale della nascente Congregazione, come voi bene sapete,

è quella di vivere di servire e di consumarsi ad amare e fare amare conoscere

e amare il vicario di Gesù Cristo.

 E più che mai in questi tempi tristissimi nei quali il S. Padre

e deve sentirsi così profondamente afflitto, poiché si attenta a lacerare

con istrazio crudele le stesse viscere della s. chiesa dobbiamo adoperarci a lenirne,

come quanto più ci è dato, le a i dolori, studiando di essere a tutti esempio

e modello di virtù religiose, di obbedienza filiale, di devozione illimitata alla s. chiesa

e al sommo Pontefice, in tutto, in tutto, in tutto, affinché la nostra vita attesti

di quale madre siamo figli noi generati, e la chiesa e il Vicario suo capo

si compiacciano abbiano a compiacersi sempre e di noi e se ne onori.

 I nuovi bisogni e i nuovi pericoli dei tempi in cui viviamo

ci devono fare ardere di più vivo amore verso la chiesa

che è il corpo mistico di Gesù Cristo e verso il S. Padre che,

al dire di S. Caterina da Siena, è il dolce Cristo visibile in terra.

 Deh noi nati ultimi non siamo no gli ultimi nell’amore della dolce madre nostra

la chiesa e del dolce nostro padre, il Papa! Amiamola la s. sede nella sua libertà,

amiamola nello stato doloroso della sua xxxxxxx spoliazione amiamola nei sui trionfi,

amiamola nei suoi dolori e nel suo calvario!

 Amiamo la chiesa nei suoi Vescovi nelle sue Congregazioni romane,

nei loro decreti nei suoi Vescovi, amiamola nei nelle loro Curie, nella piena obbedienza

nei suoi sacerdoti - Difendiamola come difenderemmo nostra madre

prodigandole le attenzioni più affettuosi pi

 Con la l’aiuto della g divina grazia assorgiamo nel divino am sino all’olocausto

di tutti noi stessi, da figli umili e fedeli e devotissimi sino alla morte

per compiere in noi anche una sillaba delle dei precetti, delle disposizioni

e dei un tenue sospiro dei desiderî della s. chiesa - il più ardente, il più soave,

il più amante! e del Papa.

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 Amiamola la chiesa e il Papa con tutta la nostra mente con tutto il nostro cuore,

come si ama con tutte le nostre forze, - con in tutta la sua gerarchia, in tutti i suoi dogmi,

in tutta la sua disciplina, in tutta la sua liturgia in tutte le sue disposizioni,

in tutti i suoi desiderî.

 La benedizione del Signore ha vo è discesa sovra la piccola opera

perché la piccola Opera si è messa tutta ai piedi della s. sede. - Voi sapete,

o cari figli e fratelli miei, che se io sto qui ci sto per ubbidire

alla dolcissima parola del Vicario di Gesù Cristo, e questa vita,

per quanto la lontananza sia dolorosa, mi riesce sempre dolcissima

perché so di compiere la s. volontà del Signore che mi ha parlato per bocca

del suo santo Vicario in terra

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