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[l’azzurro corsivo è grafia di altri]


 +         Anime e Anime!

          Tortona, il 22 dicembre 1923.


 Miei cari figlioli nel Signore,


 Nello scorso novembre sua Eminenza reverendissima, il signor Cardinale

Pietro La Fontaine, Patriarca di Venezia, e più che nostro grande insigne benefattore,

si degnava di venire a predicare i santi Esercizî Spirituali ai giovinetti, col

e al personale del nostro Istituto Artigianelli, aperto, col divino ajuto,

quest’anno in Venezia, sotto gli auspicî di san Gerolamo Emiliani,

Patrizio veneziano e padre degli orfani.

 Quando sono stato a ringraziarlo ringraziare sua Eminenza Rev.ma,

di tanta sua carità verso di noi poveretti, egli, nel suo animo paterno e gentile,

mi aveva preparato un’altra gradita sorpresa. Andò a dunque a prendermi una lettera

che aveva scritta in di quei giorni pei nostri cari chierici degli degl’Istituti di Venezia.

Non dirò quanto io ne sia rimasto confuso e confortato insieme,

e ne ho ringraziato il Signore e sua Eminenza dal profondo del cuore.

Ed E poi ho pensato di inviare a tutti della Congregazione,

quale strenna pel per Natale e Capodanno capo d’Anno, questa detta lettera,

del Patriarca di Venezia, che è veramente bella, sotto ogni riguardo.

Essa è una pagina di pratica e cristiana pedagogia, e un documento di grande

e apostolica carità verso i poveri fanciulli che la Divina Provvidenza ci affida.

 Sento che non potrei offrirvi miglior dono che la parola ispirata

di un Principe della chiesa.

Vogliamo far tesoro, o miei cari, di precetti e consiglî tanto savî,

e preghiamo perché Iddio conservi lungamente al bene della chiesa

e anche della nostra umile Congregazione il santo Patriarca di Venezia,

e siamogli vogliamo essergli sempre grati della benevolenza veramente paterna

che di ci dimostra.

 Ho pensato poi anche di unire alla lettera,

una breve poesia pure del Patriarca La Fontaine.

Per Ricorderete che per la festa di S. Luigi vi ho mandato distribuito

un’immagine-ricordo coi con i sette F. dei Figli della Divina Provvidenza.

 Trovandomi in quei giorni quel tempo a Venezia,

ne ho umiliato una anche al a sua Eminenza il Patriarca. Ora egli, dopo qualche giorno,

si metteva in viaggio per andava a Roma; e fu durante il tragitto quel viaggio che,

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ripensando ai sette F dei Figli della Divina Provvidenza,

buttò giù il bellissimo sonetto che mi piace indirizzare particolarmente ai nostri sacerdoti.

 Ed ora, o miei cari, vogliate gradire gli augurî ed i voti più santi e paterni

che io faccio a tutti e a ciascuno di voi.

 Gesù Bambino e la sua santissima madre ci concedano un grande spirito di umiltà,

di carità, di sacrificio, di orazione pietà, di lavoro, di unione fraterna.

 State forti nella concordia di Dio, uniti di mente e di cuore nell’indivisibile spirito

che ci viene da Gesù Cristo e dal suo Vicario in terra, il Papa.

 Ricordatevi di me, or come di voi mi ricordo ogni ora in Cristo Signor nostro.

 State bene e crescete nella pace di Dio, annunziata dagli angeli

agli uomini di buona volontà: non vi è altra pace né altro riposo alle anime nostre.

State fedeli sino alla fine nella pazienza e nel servizio di Gesù Cristo:

siate degni di Dio, della chiesa e della minima Congregazione a cui siamo consacrati.

E Dio sia con voi sempre!

Vi saluto tutti nel Signore e vi abbraccio in osculo sancto. Vi benedico.

 Vostro aff.mo come padre in Gesù Cristo


         Sac. Luigi Orione

         dei figli della Div. Provvidenza

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