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Non cercare in queste lettere né l’ordine né la forma, ma lo spirito
+ Dal fiume Paranà
29 Giugno del 1937,
in viaggio per Rosario di S. Fè
Viva il Papa !
Cari miei fratelli e figlioli in Gesù Cr.
La grazia di Gesù Cr., nostro Signore e la sua pace siano sempre con noi!
È
la festa di S. Pietro Apostolo, divenuta ormai, la festa del Papa;
- è da jeri,
e dall’una di notte che sto navigando sul Paranà; oggi, verso le 18, spero
di
di giungere a Rosario, dove mi fermerò questa notte
e parte della giornata di domani.
Vedrò quel Vescovo, Mg.r Caggiano, figlio di italiani; vedrò i nostri, parlerò a ciascuno
e a
tutti, li saluterò in Domino, anche da parte di quelli che ho
lasciato lasciati al
Chaco
e ad
Itati; e poi una corsa
a Bs. Aires, e via per riprendere dopo
la l’ultima visita
alle altre Case.
Sto bene, e jeri mi sono riposato: si viaggia bene sul Paranà, il tempo è buono.
Quest’oggi
Quest’anno dunque, faccio
passo la festa dell’Apostolo della fede
e primo Vicario di Cristo su di un fiume, dove ho visto tante barche di pescatori:
e
San Pietro era pure pescatore, e Cristo lo fece
pescatore di uomini
e
e su di lui edificò la sua chiesa. A lui diede le
chiavi del regno de’ cieli
e il potere di confermare i suoi fratelli, i Vescovi, nella fede: a lui,
dunque,
la pienezza della fede e la infallibilità, poiché per potere
poter sempre confermare
nella fede gli altri, la sua sede non doveva mai venir meno, né deflettere Tale è Pietro:
il
maestro infallibile della piena podestà: Pastore dei
pastori: Primate di onore
e di
giurisdizione: Capo universale supremo:
Padre universale delle anime e dei popoli.
E tale è il Papa: Successore di S. Pietro, Vicario in terra di Gesù Cristo,
capo
e cuore della s. chiesa - E oggi Oggi,
dunque, festa di S. Pietro, è la festa del Papa,
il Papa è Pietro: parla il Papa, parla Pietro, parla Cristo: amare il Papa, è amare Pietro,
è amare Cristo: in Pietro si celebra il Papa, si celebra Cristo! Che grande conforto è oggi,
per
le nostre anime, questa festa di S. Pietro, questa
cara Festa del Papa!
L’apostolo Paolo, (e mi è gioia e dovere citare S. Paolo, dacché mai la chiesa
disgiunge i due apostoli), l’apostolo Paolo scriveva ai Romani che dava grazie a Dio
perché, diceva loro, «la fede vostra» (la fede romana) «vien celebrata in tutto il mondo».
Oh
come Ancor noi, o figli miei, dobbiamo rendere grazie
al nostro Dio
per
Gesù Cristo, perché poiché
oggi il nome del Papa risuona benedetto
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ed è
celebrato per tutto il mondo. Oggi
specialmente da per Per tutto si prega oggi
pel Papa, si esalta il Papa, si guarda con sguardo di dolcissimo amore, a Roma e al Papa
«dolce Cristo in terra».
Ecco
penso Penso, ecco, io dal fiume Paranà, i fratelli
e
figli che ho lasciato lasciati,
jeri notte, agli estremi confini
dell’Argentina,
di fronte al Paraguay: gli altri che sono nel Chaco: quelli che rivedrò stasera a Rosario,
quelli
i nostri che sono alla Pampa, a Quenca a Mar del
Plata e in altri punti
di
questa Repubblica: quelli gli
altri dell’Uruguay, del Brasile; chi è in Albania,
chi a Rodi, in Inghilterra, in Polonia, e voi, che siete in Italia, - tutti, oggi, insieme con me,
lontani ma non divisi, dispersi, eppur tutti uniti nella comune Fede
e
dallo nello stesso
;amore di figli amatissimi, oggi ci consoliamo insieme,
preghiamo insieme pel Papa, celebriamo Gesù Cristo e Pietro, nel Papa nostro Pio XI.
Oh le gioie grandi della fede! Come la fede e l’amore alla chiesa e al Papa
ci fanno sentire, particolarmente in questa festa, che la chiesa cattolica e romana
è
veramente il corpo mistico di Cristo e come
che tutto da Cristo
prenda
prende
unificazione e incremento, vigore e amore da Cristo e pel
grande e beatissimo
Padre
nostro il Papa! Oggi Quanto
si sente e si tocca,
direi la verità delle espressioni di Paolo, che cioè, come il mistico corpo di Cristo,
la chiesa, è uno, e tutte le membra di questo corpo, pur essendo molte,
sono un sol corpo: - così pel suo dolce Cristo visibile in terra, pel Papa,
la
chiesa vera, la chiesa si sente, ed è una,
si sente santa, si
sente cattolica e apostolica:
si
sente cattolica, cioè universale, e la stessa per
ogni dove, per ogni plaga,
e
veramente e inscindibilmente e unita, pel
Papa, al suo capo, Cristo.
Mirabile unità, vitale e organica, della santa chiesa! Noi, pel battesimo, e pel Papa,
non
formiamo più che un corpo solo, informati
vivificato dall’unico
e medesimo Spirito Santo: un solo ovile, sotto la guida di un solo pastore, il Papa!
La festa di S. Pietro è la festa del Papa, e, per questo,
essa
assurse a festa dei cattolici, - essa è,
precipuamente la nostra festa patronale,
o figli della Divina Provv.za. È la festa della nostra Congregazione,
che
ha per fine proprio di consacrare di
consacrare tutti i suoi affetti
e le
sue forza forze ad
unire, con un vincolo dolcissimo e strettissimo di tutta la mente
e del cuore, il popolo cristiano della classe più umile e i figli del popolo al beato Pietro
e al suo successore, il Papa: vogliamo col divino aiuto, ridare Cristo al popolo
e il popolo al vicario di Cristo.
Noi, dunque, nelle nostre Case e chiese dobbiamo sempre pregare pel Papa,
parlare del Papa, inculcare amore e obbedienza al Papa, e celebrare
con
più grande fervore di pietà, col più grande slancio di amore
filiale la festa del Papa. essa
Essa deve segnare per noi e per tutti, di anno in
anno, un rinnovato fervore
una rinnovata onda di entusiasmo nell’attaccamento alla sede di Pietro.
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Il Papa è la sintesi vivente di tutto il cristianesimo, è il capo
e il
cuore della chiesa, è la luce
di verità indefettibile, è la fiamma perenne che arde
e che splende sul monte santo.
Dove è Pietro, è la chiesa; dove è la chiese è Cristo: dove è Cristo, è la via,
la verità e la vita!
E
Oh quanto i figli della Divina Provv.za devono
propagarla la festa del Papa!
questa
cara festa che, prima ancora che fosse,
direi istituita: prima, cioè,
che fosse la festa di S. Pietro, fosse trasformata in festa del Papa, -
già,
come cesta del Papa, era stata
data alla nostra Congr.ne quale
festa propria della Congr.ne, perché consacrasse il grande amore al Papa
della Congr.ne, e il suo fine precipuo.
Promuovere la festa del Papa è promuovere e diffondere l’amore al Papa:
è aderire alla sua dottrina, ai suoi desiderî: è riconoscere nel Papa il primato di Pietro
e de’ suoi successorî: è venerare nel Papa il padre della fede e delle anime,
il pastore supremo, il pontefice massimo, il condottiero dell’esercito di Cristo:
è celebrare e glorificare il Papa quale Cristo visibile e pubblico sulla terra.
Cari figli della Div.na Provv.za, voi ben sapete che è Pietro,
è
il Papa il fondamento vivente della chiesa, - colui a
cui al quale Gesù Cr. ha detto:
Pasci i miei agnelli «pasci le mie pecorelle», i fedeli cioè e i Vescovi: solo a Pietro,
e
al Papa, fu detto: «ho pregato per te, e la tua
fede non verrà mai meno....
rafferma i tuoi fratelli». Oggi, festa di San Pietro, la chiesa canta: «Tu es Pastor ovium:
Tu sei il pastore delle pecorelle: Tu il principe degli apostoli: a te Iddio
ha dato le chiavi del regno dei cieli[»].
Oh la bella antifona, viva espressione del primato di Pietro e del Papa!
Figli della Div.na Provvidenza, noi dobbiamo palpita re e far palpitare migliaia
e migliaia di cuori attorno al cuore del Papa: dobbiamo portare specialmente a lui
le
classi i piccoli e le classi degli umili lavoratori,
tanto insidiate, portare al Papa i poveri,
gli afflitti, i rejetti, che sono i più cari a Cristo e i veri tesori della chiesa di Gesù Cristo.
Dal labbro del Papa il popolo ascolterà, non le parole che eccitano all’odio di classe,
alla distruzione e allo sterminio, ma le parole di vita eterna, le parole di verità,
di giustizia, di carità: parole di pace, di bontà, di concordia, che invitano ad amarci
gli uni con gli altri, e a darci la mano per camminare insieme, verso un migliore,
più cristiano e più civile avvenire.
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Il Papa è il padre del ricco, come del povero, per lui non esistono nobili o plebei,
ma solo dei figli. Dal Papa la fede, la luce, la mansuetudine del Signore,
che porta balsamo ai cuori, conforto e consolazione ai popoli.
Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam,
et portae inferi non praevalebunt adversus eam.
Passarono i secoli, e queste parole di Gesù a Pietro, risuonando attraverso i tempi
e
sulle su tutte le
tempeste del mondo, furiose e terribili contro il papato e la chiesa,
anziché
subissare e la chiesa e
papato, ne fecero la più grande potenza spirituale
e
morale del mondo, e mostrano ogni giorno
dì più che chiesa e papato,
sono l’opera di Dio, sono la forza di Dio.
Quelle parole di Cristo oggi infondono nuova vita e vigore al bianco vegliardo
che dalla rocca del Vaticano regge con tanta sapienza e fortezza la santa chiesa,
guida, pasce e salva il mistico gregge di Cristo.
Le
porte dell’inferno mai prevalsero contro la chiesa né contro di
lui il Papa,
a
cui Cristo ha dato le chiavi del regno de’ cieli, e la solenne,
divina promessa
che tutto quello che avrebbe legato su la terra, sarebbe stato legato nei cieli,
e tutto quello che scioglierebbe su la terra, sarebbe sciolto nei cieli.
Pio XI, il Papa della fede intrepida, è il depositario di quel celeste potere
e di quella divina promessa.
Egli è il grande padre e pastore dell’unica vera chiesa di Gesù Cristo,
una, santa, cattolica, apostolica e romana: la chiesa, colonna e fondamento di verità,
che riconosce Cristo come solo Dio e Signore, redentore del mondo,
e nel Papa vede, obbedisce e venera il legittimo successore di S. Pietro,
Vicario di Cristo su la terra.
Con
amore Nel Papa noi dunque
riconosciamo non solo il Vicario di Cristo,
non solo il capo infallibile della chiesa, ispirato e condotto dallo Spirito Santo,
ma
il non solo il fondamento della nostra religione, ma
ben anco
la pietra inconcussa della società umana.
Con
amore dolcissimo e devozione di figli non
preghiamo pel Papa,
noi pregheremo sempre per il beatissimo nostro padre il Papa
per
quanto ci sentiamo miserabili.
peccatori.
E con eguale amore e venerazione, oggi, = festa di S. Pietro, festa del Papa,
festa
della nostra um papale
del nostro umile Istituto tutto papale,
noi
ci gettiamo in ginocchio, ai e
deponiamo ai piedi del santo Padre Pio XI
tutti
i nostri cuori e la povera nostra
vita, umile piccolo
olocausto del nostro grande
e sviscerato amore.
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e
E tutti uniti, cor unum et anima una, noi,
poveri figli della Divina Provvidenza,
alziamo a Dio la più fervida, devota e filiale preghiera affinché il Signore, che lo elesse,
lo
conservi il nostro santo Padre lunghi e felici anni
al bene della chiesa di Gesù Cristo,
compia
tutti i voti del suo cuore, sè sì
che egli veda l’aurora di quel giorno,
tanto
da lui auspicato, che
segnerà sul mondo tranquillo la pax Christi in regno Christi!
Cari miei figli, viva il Papa!
Vi saluto, conforto e benedico nel Signore e nella santa Madonna -
Pregate per me e per tutti questi nostri.
Vostro aff.mo
Don Orione,
della Div.na Provv.za e del Papa
¨