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+ Anime ! Anime !
Bs. Aires, 29 Sett.bre 1936
Miei cari chierici,
La grazia di Dio, e la sua pace siano sempre con noi!
Sono le 18 e alle 20 di stasera parecchi ottimi chierici Argentini
partiranno sul «Conte Biancamano» per venire a studiare alla Gregoriana.
Mi valgo della bontà loro e vi mando i saluti miei e di questi vostri fratelli in X.sto -
Grazie a Dio, qui tutti bene, e spero che la presente vi trovi già in Roma,
rinfrancati in salute e nello spirito - Cari miei chierici,
siete alla vigilia del nuovo anno scolastico, e ciò mi offre argomento
a qualche salutare considerazione.
Eccovi di nuovo a Roma! La Divina Provv.za è tanto buona madre con noi,
Suoi piccoli figlioli! ma noi dobbiamo renderci ogni giorno più meritevoli delle sue grazie
e benedizioni con la santità della vita a l’adempimento esatto e fedele dei nostri doveri. -
Ora fra questi, voi lo sapete, vien primo, dopo la virtù, lo studio delle discipline sacre,
pei sacerdoti e chierici lo studio della teologia, studio per noi principale,
e da compiersi col più grande impegno!
Tutti i nostri, se fosse possibile, dovrebbero sapere profondamente la teologia,
sia la morale che la dogmatica: sono legate insieme e l’una illustra l’altra.
Ed è cosa importantissima e veramente confortante che gli studi teologici
vadano riprendendo l’antico vigore, e non solo l’antico, ma quel nuovo
che è reclamato dai tempi; - in modo che la teologia, - è a sperare, -
ritorni così rispettabile agli occhi della presente società
da poter influire utilmente su di essa e su tutti gli altri studi, anche profani. Est in votis!
E questa mi pare la Mens del nostro santo Padre Pio XI,
come della S. Gongr. degli studî: questa, certo, è la ragione che ha indotto,
cari miei chierici la nostra piccola Congregazione ad affrontare non piccoli sacrificî
per riuscire ad aprire e mantenere in Roma codesta Casa
per
lo studio della S. sana
teologia, ai piedi stessi della s. sede e sotto la sua vigilanza.
Perché la nostra Congregazione desidera e fermamente vuole che vi formiate
non solo a spirito di vera e fervorosa pietà, ma e allo spirito di romanità,
che vi tenga il cuore caldo e unito con n. sig.re Gesù Cristo e col suo vicario in terra, -
e allo studio di quella scienza che ci eleva e ci porta a conoscere sempre più Iddio,
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per meglio amarlo e per meglio farlo conoscere e amare dal prossimo. -
Chiamati dalla misericordia del Signore ad esercitare sotto le direttive della chiesa,
l’apostolato della carità, lo studio della teologia vi gioverà immensamente
ad
esercitare con più frutto ed effica la
carità e a portare i piccoli e i poveri a Gesù Cr.
e alla sua chiesa.
La teologia è studio per noi di prima assoluta necessità, non è solo studio importante,
ma di prima necessità, - è lo studio della scienza divina, -
e quando è fatto con vivo impegno, quand’è fatto con intenzione retta,
pura e santa della gloria di Dio e della carità del prossimo,
serve immensamente a santificarci: eleva la mente al Creatore ci fa umili,
ci porta alla orazione, ci solleva, ci fa cantare e glorificare il Signore,
diventa vero e dolcissimo amore di Dio.
I sacerdoti sono i depositarî della scienza di Dio; ma, come potremo avere
questo sacro deposito, e farne partecipi gli altri, - com’è nostra missione, -
se non premetteremo pel suo acquisto il necessario studio?
Le migliori regole di condotta sono oggi, direi, insufficienti al ministero sacerdotale,
se la buona e illibata vita non è congiunta allo studio, se non è congiunta
alla scienza propria dello stato sacerdotale.
E, nei religiosi, oserei dire che si richiede pi più. «La scienza in un sacerdote,
diceva S. Francesco di Sales, è l’ottavo sacramento della gerarchia ecclesiastica».
E
altrove altra volta
aggiungeva «Le maggiori disgrazie della chiesa sono avvenute
perché l’arca della scienza si è trovata in altre mani che in quelle dei Leviti», -
accennando così, con profondo dolore alla invasione del protestantesimo.
Io ho 64 anni, ma studio ancora e con grande fervore quasi ogni giorno,
un po’ di teologia o qualche altra materia sacra.
E finirò. Non invanite, però, miei cari chierici,
perché siete a studiare alla Gregoriana, non invanite per gli studî ma, in umiltà,
data grazie e gloria a Dio, da cui vengono tutti i beni e tutti i lumi.
La scienza non vale nulla, senza la virtù, senza l’umiltà, la purezza, la carità.
Fate molta orazione, e terminate in Dio tutti i vostri studî: accoppiate sempre lo studio
alla orazione - Pregate per me, pregate tanto!
Vi saluto tutti - dal vostro sig.r Direttore al più giovane di voi.
Prego il Signore di assistervi e benedirvi tutti e ciascuno,
e con voi don Ferretti e le suore.
Ricevete i saluti fraterni di tutti questi nostri
Vostro aff.mo in G. Cr. e nella santa Madonna
Sac. Luigi Orione d. D. P.
Carissimo don Parodi, mi vien bene mandare queste righe: gradirò vostre notizie.
Quanti siete quest’anno?
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