V052T060 V052P099
+ Anime e Anime !
Tortona, il 2 Dic. 1925
Ai miei cari figlioli nel Signore i ch.ci Zuffardi, Bordoni e Melomo,
addetti al Collegio S. Giorgio di Novi Ligure
La grazia e la pace del Signore siano sempre con voi, cari miei figlioli!
È la prima lettera che vi mando, e solo Iddio sa come avrei desiderato
essere mosso da altro motivo a scrivervi.
Dalle visite che don Sterpi ed io abbiamo fatto in queste settimane,
al San Giorgio, abbiamo dovuto con dispiacere constatare che non vi è tra di voi
quello spirito del Signore, che è spirito di unione e di carità.
Ora è mio desiderio ardentissimo che in codesto rinascente Collegio regni l’unione fraterna
e la concordia religiosa, sotto la guida del vostro Direttore.
La forza dei religiosi sta nell’unione, il cui vincolo è Cristo:
nell’unione dico dei vostri cuori, nel consenso e armonia delle vostre volontà,
nelle subordinazione e perfetta ubbidienza al superiore, e quindi nel rinunziare
a tutti gli istinti, ai pensieri e alle passioni che vi tirano alla discordia.
Se sarete così uniti, in un cuore e in un’anima sola, come gli Atti degli Apostoli
dicono che erano i primi cristiani, Iddio benedirà il vostro lavoro, voi sarete fortissimi,
e cotesto Collegio sarà come una rocca inespugnabile di bene, di educazione
veramente cristiana e civile; e sorgente di incalcolabili beni futuri,
sia per codesta città che per la nostra amata Congregazione.
E in questa fraterna unione e pace ciascuno di voi troverà grande conforto
e spirituali consolazioni e ajuti. Dio sarà con voi!
Sia ognuno di voi contento e pago nell’ufficio in cui si trova,
e pensi solo a compiere il suo dovere degnamente e col merito maggiore dell’anima sua.
Ciascuno di voi ajuti gli altri quanto più può, fraternamente; -
e non solo eviti ciascuno di noi le contese e le piccole bizze,
secondo l’esortazione della S. Scrittura: «Abstine te a lite, et mines peccata», -
ma vediamo di confortarci a vicenda. Dobbiamo sempre avere da dirci una parola alta,
buona, fraterna: dobbiamo sempre stenderci e darci la mano: dobbiamo sempre avere
un manto di carità per coprirci gli uni le piaghe e i difetti dell’altro.
V052P100
Tale dev’essere l’esercito dei figli della Divina Provvidenza: unito, compatto,
formidabile ai nemici di Dio e della chiesa, ed invincibile nella fede, nella umiltà,
nella carità di Cristo. - O così, o nulla.
Non solo dobbiamo essere un solo corpo morale, ma un solo cuore
e un’anima sola: tutti per uno e uno per tutti sino alla morte, et ultra! -
Chi rompe questa unione non può essere dei nostri. Quelli che cooperano
alla perfetta consenzione della volontà e dei cuori, sono in Cristo e dei nostri;
ma
quelli che avessero spirito litigioso: quelli che dimenticano
dimenticassero le parole
che San Paolo scrisse al discepolo Timoteo: Noli contendere verbis......
servum autem Domini non oportet litigare, sed mansuetum esse ad omnes,
docibilem,
patientem. (II ad Tim. 2.24): quelli che sono
fossero sempre
come una marina torbida, facili a contrastare alla religiosa fratellanza:
quelli che non si guardano dall’esser cagione di dissapori e amarezze, e anche solamente
di freddezze scambievoli, Non operano in Cristo, ma piuttosto
si fanno ministri dell’inimico di Cristo e di tutti noi. Non possono stare con noi.
Ond’è, o carissimi miei figli, che molto molto molto
vi raccomando l’unione in Domino e la fraterna carità, che è il precetto proprio di Cristo.
La carità, come dice l’apostolo, è paziente e benigna, è soave e dolce,
è forte e costante, compatisce gli altrui difetti, annega se stessa, si fa tutta a tutti,
gode del bene altrui, interpreta le parole e azioni altrui nel modo più favorevole,
e ripone la sua felicità nel poter fare ogni bene agli altri, a tutti, a tutti!
La carità ci edifica e unifica in Gesù Cristo, edifica col suo splendore,
e unifica nella pietra che è Cristo «petra autem erat Christus», dice S. Paolo;
ma che dico su la pietra? ci unifica indissolubilmente nel cuore stesso di Gesù crocifisso,
per i secoli eterni.
Coraggio, dunque, o amati miei figli! Sradichiamo ogni nostro amor proprio
e orgoglio mediante la preghiera, il dolore dei nostri peccati
e l’esercizio della virtù dell’umiltà, che è la base e il fondamento di ogni vita buona
e religiosa e di ogni perfezione e santità, di ogni vera virtù.
Diventiamo umili di cuore, e saremo più uniti, più fratelli più religiosi!
Che
la Vergine SS. la quale fu tanto umile da esser
aver meritato
che Dio la scegliesse tra tutte le creature per farla sua madre, ond’è che Dante la canta:
V052P101
«umile
ed alta più che creatura», venga
ottenga a me e a voi tutti, o carissimi,
e ad
ogni nostro fratello la virtù della umiltà per
che ci farà vivere della più dolce
e soave carità fraterna e del prossimo.
In questa bella novena pregatela la Immacolata, pregatela tanto anche per me,
come
io farò con cuore gr di
padre per tutti e ciascuno di voi.
E, nella piena fiducia che questa mia vi porterà conforto e ajuto
a sempre meglio servire, in umiltà e carità, Iddio, la santa chiesa e la Congregazione,
nella unione di una maggior unione, concordia e pace fraterna,
Vi benedico nel Signore e vi sono aff.mo come padre in X.sto
Sac. Luigi Orione
dei figli della Div. Provv.za
Ogni saluto e conforto al vostro Direttore che amo tanto in X.sto
P. S. In questi giorni l’assenza dal Collegio del ch.co Piccinini
vi porterà maggiore preoccupazione e lavoro - Vedete che tutto proceda nel miglior modo,
moltiplicandovi
quasi e vegliando su voi e sui g
giovani in modo che si abbia a risentire
il meno possibile la mancanza del vostro fratello in X.sto.
Questa lettera non va distrutta, ma dovrà conservarsi nell’archivio dell’Istituto
o Collegio S. Giorgio, a parte, cioè in cartella riservata - Essa ha carattere intimo
e confidenziale pei chierici cui è diretta
¨