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Anime e Anime !
Tortona 5 Gennaio 1928.
Ai miei cari sacerdoti, chierici e probandi della Casa di Zdunska Wola in Polonia.
La grazia e la pace di Gesù Cristo Dio e redentore nostro, siano sempre con noi!
Mi è assai caro valermi della venuta in Polonia di due nostri novelli sacerdoti,
vostri compatrioti, per mandarvi una speciale benedizione che vi conforti
sin dai primi giorni di questo nuovo anno. Gesù sia sempre con noi!
E insieme, vi raccomando vivamente la devozione al Papa,
e ogni filiale atto di omaggio alla augusta e sacra persona del Sommo Pontefice Pio XI
che compie in questo anno il suo giubileo sacerdotale, cioè cinquanta anni di sacerdozio.
Come cristiani sappiamo per fede che il Papa è il successore di San Pietro,
il Vicario in terra di Gesù Cristo. Ma come figli della Divina Provvidenza
poi dobbiamo oggi più che mai, ricordare che la nostra vita è
e deve essere venduta e sacra al Papa.
Scopo precipuo della nostra Congregazione è di vivere di amore al Papa,
e di diffondere, specialmente nei piccoli, negli umili, nel popolo il più dolce amore al Papa,
e l’obbedienza piena e filiale alla sua parola, ai suoi desideri.
Sopra tutte le nostre fronti dev’essere scritto e portato alto il nome del Papa:
su tutti i nostri cuori deve essere inciso il nome benedetto del Papa:
la nostra vita deve essere consacrata al Papa e alla chiesa di Gesù Cristo.
Il rispetto, l’obbedienza, l’amore ai Vescovi, che lo Spirito Santo ha posto
a reggere alla chiesa di Dio, deve essere senza limite, grande, senza limite devoto,
senza limite filiale; ma su tutti i Vescovi, dobbiamo rispetto, obbedienza,
amore inestinguibile per la vita e per la morte al capo dei Vescovi e della chiesa al Papa.
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Rispettiamo amiamo obbediamo, amiamo veneriamo i Vescovi
che riconosciamo pastori nella chiesa divinamente istituiti ma essi tali sono
e fino a che uniti al Papa e in comune con lui che è il pastore dei pastori.
I Vescovi sono i successori degli apostoli, sono maestri in Israele,
sono i rappresentanti nella diocesi di Gesù Cristo ma Vicario di Gesù Cristo
è solo e sempre il Pontefice romano il Papa. Egli è il capo dei Vescovi
e capo infallibile di tutta la chiesa: Egli è il padre di tutti, è Gesù Cristo pubblico
e visibile per tutti! In lui parla San Pietro, in lui parla Gesù Cristo!
Questi sentimenti di fede nel Papa, di venerazione pel Papa, di filiale amore per il Papa
dobbiamo trasfonderli nei nostri alunni, o miei sacerdoti e chierici
valendoci specialmente in questo anno del giubileo del nostro santo Padre Pio XI,
che Iddio vivifichi, conservi beato in terra e in cielo.
Parliamo volentieri di chi tanto amiamo, del Papa : parliamo della sua autorità,
dell’obbedienza che gli dobbiamo, della sapienza delle sue disposizioni,
della devozione che si deve al Papa. La nostra pietà filiale deve e saprà ben consigliare
ogni occasione per consigliare le benemerenze e la gloria del papato,
e specialmente del Papa vivente.
Dobbiamo poi sempre pregare pel Papa, e formare nei probandi
e chierici specialmente, ma anche nei nostri alunni una coscienza profondamente cattolica
e papale. Questa coscienza salda nell’attaccamento al Papa e alla santa sede
aiuterà fortemente i nostri alunni a trionfare di ogni insidia che in avvenire fosse tesa
alla loro fede. Nelle predicazioni di Esercizî, nelle Accademie nelle circostanze
di qualche solennità sia sempre ricordato il Papa. Come dimenticheremo il padre?
Detestiamo e teniamo lontani dalle nostre case ogni scritto dove si dicesse male del Papa,
dove se ne scemasse l’autorità e le prerogative, dove se ne censurassero le disposizioni
o si contenessero dottrine o sentimenti meno che conformi ai suoi insegnamenti.
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Il nostro credo è il Papa, la nostra morale è il Papa; la nostra via è il Papa;
il nostro amore, il nostro cuore, la ragione della nostra vita è il Papa,
per noi il Papa è Gesù Cristo: amare il Papa e amare Gesù è la stessa cosa,
ascoltare e seguire il Papa è ascoltare e seguire Gesù Cristo;
servire il Papa è servire Gesù Cristo; dare la vita per il Papa è dare la vita per Gesù Cristo!
La nostra sottomissione al Papa non si restringe quindi alle definizioni ex cathedra:
non si restringe ad una sottomissione sincera ai suoi insegnamenti
sotto qualunque forma impartiti, o per sé o pel tramite della sacre congregazioni,
dei nunzi o delegati apostolici, dei Vescovi o d’altri inviati da lui:
non si restringe a seguirne prontamente e con ilare animo o a farne eseguire gli ordini,
ma i figli della Divina Provvidenza devono avere per legge di vivere solo
e far vivere le anime di una vita di unione strettissima e dolcissima e filiale
col Vicario in terra di Gesù Cristo: onde ogni avviso, ogni consiglio,
ogni desiderio del Papa deve essere un comando, e il più dolce comando per noi.
Noi siamo guardie giurate del Papa. A lui ogni adesione piena di mente, di cuore,
di opere, di apostolato ma non basta ancora. Per benché minimo cenno
o desiderio del Papa dobbiamo tutto dare, tutto sacrificare, tutti offrirci come ostie viventi:
la Congregazione non potrà vivere, non dovrà vivere che per lui;
dev’essere una forza nelle mani di lui, dev’essere uno straccio ai piedi di lui
o sotto ai piedi di lui; basta amarlo basta vivere e morire per lui!
Vivere operare e morire d’amore per il Papa: ecco questa,
e solo questa è la Piccola Opera della Divina Provvidenza.
Essa vive per diffonderne il nome, la gloria e l’amore;
per sostenerne e difenderne l’autorità e la libertà: per camminare alla sua luce.
Non vogliamo, non conosciamo altro maestro, né altra luce, non conosciamo,
non vogliamo altro pastore : non conosciamo né vogliamo altro padre,
né altro Cristo pubblico e visibile in terra: Egli, e lui solo il Papa
e il dolce Cristo in terra secondo l’espressione di S. Caterina da Siena.
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Nelle conversazioni non tolleriamo parola, e non dico parole, ma paparola,
men che rispettosa verso la persona o l’autorità del Papa,
delle sacre romane Congregazioni, dei Nunzi pontifici o legati papali
o meno deferente alle disposizioni della santa sede. Facciamoci con grande
e dolce obbligo di praticare anche le minime raccomandazioni del Papa. In una parola;
siate sempre e dovunque, o miei cari, sia figli devotissimi del Papa; date energie, cuore,
mente e vita a sostegno della chiesa di Roma, madre e capo di ogni
e di tutte le chiese del mondo: a sostegno del Papa, della sua autorità,
libertà ed effettiva indipendenza, e a diffusione del suo amore. E Gesù Cristo,
pastore divino ed eterno, non mancherà di benedirvi, o miei cari figli, del la Polonia,
e di benedire alla vostra Patria, la cui fedeltà al Papa è uno dei titoli,
è una delle sue glorie più belle. Voi sapete quanto Pio IX di s. m.
e altri Papi hanno amato la Polonia, quanto hanno pregato e fatto per vederla libera,
unificata e indipendente.
Mantenete la Polonia fedele e attaccata a Roma, e la benedizione di Dio
sarà sopra di voi e farà prospera e gloriosa nella fede e nelle opere della civiltà
la vostra terra. La Polonia sarà libera potente e grande
finché starà attaccata alla chiesa di Roma e devota al Papa.
Che il manto celeste di Maria SS. si distenda ognora più a vostra difesa
e a vostra benedizione. Pregate per me!
Vostro aff.mo come padre in Gesù Cristo
Sac.te Orione Luigi della Div. Provvidenza.
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