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Brasile -
da Mar de Hespanha (Minas)
il 27 Dicembre 1921
Ai miei cari figlioli in Gesù Cristo crocifisso: Ettore Gramegna, Felice Cipriani
Gatto o Catto (mandato da don Ferretti) e Di Salle
Cari miei in Gesù Cristo, don Cremaschi mi ha scritto per queste s. feste Natalizie,
e mi fa relazione di codesta Casa.
Vedo dalla sua lettera che di voi altri non è contento perché siete indifferenti,
cioè mancanti, deficienti di fervore spirituale e di quello spirito di pietà
e di quella vita di pietà che deve essere propria di un figlio della Divina Provvidenza.
Non vi dirò l’impressione di dolore che ho provato e che provo per voi,
o cari miei figlioli, e quanto avrei più desiderato non ricevere nessun augurio,
che una simile notizia.
Sono queste le consolazioni che mi preparate?
Dio vi perdoni, ma meglio è lasciare la Moffa, che continuare così.
Desidero che alla Moffa si fermi solamente chi intende di essere davvero pio
e profondamente divoto e religioso: si fermi solo chi vuole diventare migliore,
e consacrarsi a Gesù Cristo e alla s. chiesa nella piccola nostra Congregazione.
Chi non vuole vivere di un grande amore di Dio e della chiesa,
e di un grande distacco dal resto, non deve restare alla Moffa.
Obbligo don Cremaschi a consegnare la presente, e prima a leggerla
a quelli cui è diretta.
La SS. Vergine li assista e li ajuti a rimettersi a fare bene.
Sac. Luigi Orione
della Div. Provv.za
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