V052T113 V052P196
+ Anime e Anime !
Tortona, il XV / II [1]928
Cari figlioli in Gesù Cristo,
Ho ricevuto la vostra lettera jeri, e aveva ricevuto qualche notizia di voi due
anche dal vostro Direttore.
Non ho invece ricevuto che una lettera di Scotto, e non mi pare
che parlasse affatto di vocazione. Mi vorrai quindi ripetere ciò che dici d’avermi scritto,
e ti risponderò secondo quanto mi manifesterai.
L’impressione che questa vostra lettera mi ha fatto è questa:
che non siete a posto né l’uno, né l’altro: questo è ciò che sento.
Vorrei quindi che ciascuno di voi si mettesse per conto suo
a curare in sé lo spirito di pietà, di umiltà, di mortificazione del suo amor proprio e che, continuamente, cercaste di vivere da buoni novizi, rinnegando voi stessi
per amor di Gesù Cristo.
La vostra lettera è piena di orgoglio, e non è nulla affatto una lettera da chierici,
e tanto meno da poveri figli della Divina Provvidenza.
Non scrivo questo per confondervi, no! o cari miei figlioli, no!
Dio sa quanto vi amo nel suo cuore; ma Dio sa anche quanto soffro
di vedervi ripieni dello spirito di abisso e di voi stessi. Io vi esorto paternamente
di aprire il vostro cuore con confidenza al vostro Direttore:
a non, vedere sempre oscuro quella vigilanza che egli ha per voi,
dovendo lui dare conto a Dio di voi: ad ajutarlo quanto più potete
per il buon andamento dell’Istituto.
Io
A me del vostro «onore in Seminario» non me ne
importa;
ciò che mi preme è che siate religiosi umili e di spirito, e che facciate le cose per coscienza
e per piacere a Dio, e non di spirito di stima verso gli uomini.
Aspetto una vostra lettera; aspetto poi ancora una risposta ad una mia da Imbelloni,
che non mi mandò mai.
Vi benedico: vi conforto, e scrivo al vostro Direttore
che vi aiuti a riprendere la diritta via
¨