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 +         Anime e Anime !

          Tortona, il XV / II [1]928


 Cari figlioli in Gesù Cristo,


 Ho ricevuto la vostra lettera jeri, e aveva ricevuto qualche notizia di voi due

anche dal vostro Direttore.

 Non ho invece ricevuto che una lettera di Scotto, e non mi pare

che parlasse affatto di vocazione. Mi vorrai quindi ripetere ciò che dici d’avermi scritto,

e ti risponderò secondo quanto mi manifesterai.

 L’impressione che questa vostra lettera mi ha fatto è questa:

che non siete a posto né l’uno, né l’altro: questo è ciò che sento.

 Vorrei quindi che ciascuno di voi si mettesse per conto suo

a curare in sé lo spirito di pietà, di umiltà, di mortificazione del suo amor proprio e che, continuamente, cercaste di vivere da buoni novizi, rinnegando voi stessi

per amor di Gesù Cristo.

 La vostra lettera è piena di orgoglio, e non è nulla affatto una lettera da chierici,

e tanto meno da poveri figli della Divina Provvidenza.

 Non scrivo questo per confondervi, no! o cari miei figlioli, no!

 Dio sa quanto vi amo nel suo cuore; ma Dio sa anche quanto soffro

di vedervi ripieni dello spirito di abisso e di voi stessi. Io vi esorto paternamente

di aprire il vostro cuore con confidenza al vostro Direttore:

a non, vedere sempre oscuro quella vigilanza che egli ha per voi,

dovendo lui dare conto a Dio di voi: ad ajutarlo quanto più potete

per il buon andamento dell’Istituto.

Io A me del vostro «onore in Seminario» non me ne importa;

ciò che mi preme è che siate religiosi umili e di spirito, e che facciate le cose per coscienza

e per piacere a Dio, e non di spirito di stima verso gli uomini.

 Aspetto una vostra lettera; aspetto poi ancora una risposta ad una mia da Imbelloni,

che non mi mandò mai.

 Vi benedico: vi conforto, e scrivo al vostro Direttore

che vi aiuti a riprendere la diritta via

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