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[Appunti di un discorso di D. Orione]
Lavoratori cristiani,
Voi
vivete in mezzo ad una società incadaverita
inferma come era quella dell’impero
romano,
una società in cui
languente ed inferma
che reclama la sua guarigione dalla Croce;
la
cazzuola del fra
massone trova ha trovato oggi ilsuo
castigo epilogo naturale nel
verrà infranta dal piccone del socialista.
Piccone
e martello sono pur, con la cazzuola e la squadra, nel verde e
tabaccoso
grembiule
del framassone; ma, se
il massone, umile in atto, il sorriso ipocrita
sul labbro e la
maschera agli occhi, li nasconde coll’ipocrisia del cospiratore, - il socialista, ritto in piedi,
fremente in volto, le braccia alzate, brandisce minaccioso piccone e martello coll’audacia
indomita del ribelle.
E
se il socialista, nella sua sfida feroce, qualche servizio pur
rende,suo malgrado od
inconscio
al mondo alla società
sbigottita, gli è
quello appunto di smascherare il maestro, il
liberale massone. Sotto al fango dei suoi scherni e delle sue calunnie, il liberale massone
ha
preteso con la cazzuola seppellire il
cristianesimo la Croce e sulla tomba
del
cristianesimo innalzare la famiglia atea, la scuola
scuola atea, l’edificio della società senza Dio.
Stolto! non ha previsto il piccone vendicatore del socialista, che fa di quell’edificio
un cumulo di macerie; mentre la Croce, nella sua virtù immortale, converte quelle macerie
e quel fango in un piedistallo di gloria.
Il
Tasso Invano
Senza Dio si tenta invano edificare.
Senza
Dio Il Tasso ricorda in mirabili versi si
ricordava questa grande verità:
«Non edifica quei che vuol gli imperi
Su fondamenta fabbricar umane;
Ma ben move ruine, ond’egli oppresso
Col
Sol costrutt’un sepolcro abbia a se stesso».
Liberali,
massoni, socialisti, edificate
lavorate, lavorate, voi vi fate vi
distruggerete
vi
farete scaverete il
sepolcro a vicenda.
I popoli si stancheranno di voi che li pascete di tenebre, di terra, e di odio; i popoli
hanno bisogno di amore, di luce, e anche di un bene che non è terreno. - Il popolo si
stancherànno
tanto di voi che basterà alzare un crocifisso perché il
popolo cada in
ginocchio
ai piedi del suo Dio, di colui che
tutti... gli... afflitti e torni ravveduto a mirare
la
Croce
quale segnacolo
vittorioso di giustizia, di pace, di redenzione morale
morale,
economica [e] civile. Ed ai piè della Croce, Maria, l’augusta consolatrice, Colei che,
al dir del Pellico, tutti gli afflitti invocano e chiamano e sentono in sé stessi!
Maria! Maria dolce! Oh speranza! Oh salvezza! Ecco le stille del suo materno pianto
scendere come rugiada sulle zolle santificate dal sacrificio, ed ecco dalle spine germogliare
le rose attorno all’albero del dolore, curvo sul tuo lavoro, grondante di fatica la fronte, e
di lacrime il cuore, cogli, o lavoratore cristiano, le rose di Maria, che sbocciano anche
per te, anzi per te le più belle.
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Adornane l’officina, e vi troverai la giustizia; infiorane la casa, e la trasformerai
in tempio di pace, di gioia, di onore.
Il
maggo L’alba che te le reca, quasi fresco olezzo
della terra ridestata al sorriso
del Cielo, è la festa dei cuori, è il profumo della vita santificata dalla fede, è il simbolo
della vittoria eterna della Croce sul piccone dei socialisti e sul la cazzuola dei massoni.
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