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            [dopo 1905]


Autonomi no


 «Un dissidio con la Santa Sede, od il semplice distacco, anche solo da di una parte,

delle nostre forze da questa, sarebbe il peggiore dei danni».

 Questi erano i sentimenti e le dichiarazioni della cultura di don R. Murri di una

volta, e propriamente del 16 febbrajo 1902, di quando anche noi eravamo guelfi come lui

e forse guelfi più sinceri e democratici di lui.

 Ma oggi che la sua Cultura Sociale parla così diversamente di allora, e, staccandosi

dagli indirizzi voluta inte voluti e approvati dalla S. Sede, tenta scindere le forze nostre

forze file, e propugna una lega democratica nazionale autonoma che la quale non

riconosce riconosca altra autorità,… (qui il diavolo tiene la coda) che il volere comune dei

soci, né altra via che quella indicata dal libero consenso degli iscritti» (Cultura Sociale 1

aprile 1906): - quelle dichiarazioni di perfetta sommissione ai voleri della S. Sede

se ne sono andate.

Sta È bene quindi dire che diciamo una parola alta, e che si sappia dai nostri amici

e lettori che noi non intendiamo affatto di lasciarci giuocare da quel signore al più

obbrobrioso gioco di funambolismo; non è più tempo di seguire chi non ha la fiducia della

Chiesa, né la virtù di saper dubitare delle proprie idee anche quando esse sono così diverse

dal programma segnato ai cattolici italiani: da chi sa vuole confondere cause buone con

procedimenti che sann nefasti pieni d’orgoglio e malvagi teorie riformiste erronee di un

modernismo riformista e neo Kantista con proteste di sommissione: opere che danno sì

larga prova di disprezzare la dottrina e la guida del Vicario di Gesù Cristo avvolte

farisaicamente nel candido ammanto della democrazia cristiana.

 No, noi autonomi mai! Le nostre coscienze si ribellano a lasciarsi vellicare e

dal don Murri di oggi, e rigettano ogni movimento di ribellione alla Chiesa.

Noi fummo restiamo democratici cristiani fin alle al midollo dell’ossa come lo

fummo alla ora prima alla prim’ora nel senso inteso e voluto dal Papa, puri e fedeli fedeli

come ci ha benedetti il Papa lui, davvero con Roma e per Roma sempre.

Ma autonomi no! noi no No, noi non saremmo mai così imbecilli da abbandonare

Roma per Bologna, la Rocca eterna del Vaticano per le torrette tisiche di Ancona. Ma ci

sorge un dubbio: come si spiega questo mutar di bandiera di Don Romolo della Cultura

Sociale? di oggi? Don Romolo? È ancora don Romolo lui che dirige la Cultura od ne è la

sorella? È lui o è lei? Ché, in questo disgraziatissimo caso, povero domani d’Italia!

Il I frementi giovani del Congresso di Bologna in mano di una donna?

 Dio mio, sarebbe «il peggiore dei danni»! sotto sarebbe avrebbero chi parrebbe anzi

che, in tal caso        Il Popolo

perduto...anche l’onore

         Il Popolo

 E sì davvero che tutto avrebbero perduto, anche l’onore dell’armi.

         Il Popolo

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