V053T029 V053P048
[dattiloscritto]
[1923]
J. M. J.
Base degli articoli della Convenzione
Noi
A Rafat dobbiamo essere a
Rafat una «piccola comunità
dei Figli d.
D. Provv.
della
Div. Provv.za». la
quale che
lavora nella proprietà e oorfanotrofio
del Patriarcato Latino. -
Quindi l’azienda agricola di Rafat è sempre proprietà del Patriarcato Latino;
l’oorfanotrofio
è del Patriarcato, e così gli orfani;
ma, in questa proprietà e oorfanotrofio,
vi
è sarebbe
una comunità dei F. d. D. P. che lavora e dirige, a nome e per
a servizio
del
Patriarcato, - Così vi
immagino come i Benedettini
che dirigono il Seminario
Patriarcale.
Esso è sempre il Seminario del Patriarca,le
- i chierici che vi studiano
sono
del
Patriarcato; ma nel Seminario vi
è una communità
di Benedettini che dirige,
amministra,
educa, instruisce
i chierici, a nome e per incarico del
Patriarca. E, come
si dice
che i Benedettini sono nel Seminario del Patriarcato, così si dirà che i F. d. D. Pr.
sono
a Rafat nell’oorfanotrofio
di Rafat del Patriarca.
-
L’essere
noi in solo
in due o tre a Rafat, e soli in Palestina, in numero insufficiente
per
constituire
una comunità religiosa - (il Diritto Canonico ne richi[e]de
almeno sei):
quindi
essere là
costà come dei dispersi,
e così lontani dalle nostre ccase,
è un sacrificio
ed una irregolarità che abbiamo potuto incontrare, e poteva essere tollerata in principio,
ma
che continuare
non letà così non si
può: saremmo contro all’articolo
del
lo
stesso Diritto Canonico, nonché contro le
nostre regole
Costituzioni: e non ne sarebbe
ottima
e finirebbe di non farne buona figura neppure
neanche il Patriarcato.
Valga
Si vede dall’esempio
delle suore Dorotee: stesse,
le quali
esse benché per i servizi di cucina e di biancheria fossero sufficienti in numero minore,
pure
sono venute in otto,
per costituire una comunità, e poter
osservare le loro rRegole.
Di
più hanno colta anche l’aoccasione
di venire in Patriarcato a Gerusalemme,
per
avere due case e
sì che una fosse
potesse essere di aiuto all’altra. - Era più
che giusto.
Così
dunque noi dobbiamo essere tali
e tanti è necessario che noi siamo
in
numero da poter costituire una communità
religiosa dei F. d. D. P.; cioè essere,
al minimo, in 6, possibilmente in 8.
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Ossia:
1
- Il sacerdote Direttore dell’azienda aagraria
e dell’oorfanotrofio.
2 - Due assistenti chierici adulti per i ragazzi. Essi dovranno attendere a imparare
le
lingue, per essere, quanto prima,
atti non solo a capire
comprendere i ragazzi,
ma anche a fare la scuola di italiano, latino, inglese.
1 - Un meccanico, per la cura delle macchine, trattrici, automobile, motori, pompe,
luce
elettrica, - e istruzione dei ragazzi in talei
lavoroi.
2 - Due agricoltori, uno per gli orti - vivai - frutteti - campagna,
l’altro per il bestiame, gregge, magazzini - casa.
1 - Muratore- per le piccole riparazioni e sistemazioni.
1 - Aiutante del Direttore o supplente.
Tutto
il personale dovrà, col
massimo sforzo e sacrificio, addattarsi
al luogo
dove
si trova, imparxe[are]
usi e lingua, e rendere così maggiormente proficua
l’opera propria.
La tipografia sia alle dipendenze dirette e spese del Patriarcato.
La meccanica, se si intende farne una vera scuola, sia alle dipendenze e spese
del Patriarcato: se invece si riduce alla cura e conduttore delle macchine e motori esistenti
ed elementari riparazioni, sia affidata al nostro meccanico.
La scuola di arabo, inglese e la direzione spirituale dei ragazzi sia affidata
a
un ssacerdote
del Patriarcato, finché il nostro personalen
no
non ne sia in grado.
Retribuzione -
Un
mensile per ogni individuo è certamente grave per il Patriarcato,
stando
stante
il numero. e per noi non molto
dignitoso e incoraggiante Si
preferisce che
a noi,
oltre che il vitto, cura biancheria, assistenza in caso di malattia, il primo viaggio,
e un viaggio [in Italia] pagato a ciascuno ogni sei anni, al Direttore ogni tre, fosse retribuito un tanto del profitto sull’aia e stalla, p.e. il 10%, qualunque sia il numero del personale. -
Così la retribuzione sarà più o meno a seconda dell’abbondanza del raccolto,
e
il personale sarà
verrà più interessato e animato a curare
tutta l’Azienda. -
Né si può domandare un tanto sull’utile netto, perché stante il mantenimento
l’dell’oorfanotrofio,
di utile netto forse non ce ne sarà
mai. -
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Oppure
Il Patriarcato ceda a noi tutto il raccolto dell’azienda di Rafat, e noi ci assumiamo
il
mantenimento e le spese di un certo numero di orfani,
p. e. 25-30 da convenirsi.
In
tal caso sarà sempre
resterà a carico del Patriarcato la
tipografia, la meccanica,
la
scuola: il
professore di arabo ed
e inglese, - il Direttore spirituale, le spese
del Santuario
e quel di più di orfani di quelli già mantenuti da noi.
In caso di nostro ritiro da Rafat, per qualsiasi ragione, si domanda
un
premio sulle bonifiche che si fossero dfatte,
senza gravare sul bilancio del Patriarcato,
cioè sulle eventuali piantagioni, impianti, costruzioni, aumento gregge, ecc.:
e il premio pari alla metà dell’estimo nell’anno del nostro ritiro.
Resta sempre a carico del Patriarcato:
1) La tassa di proprietà - (uerco) -
2) La difesa della proprietà contro gli indigeni (arabi di Rafat)
3) La difesa dei limiti di confisco da parte dei confinanti. -
Regolamento
Di
comune accordo col
Patriarcato sarà redatto un rregolamento
interno
per l’orfan[o]trofio, e questo si baserà molto sull’esperienza passata, come sui regolamenti
di
altri oorfanotrofi
del genere in Palestina e in Oriente.
Ratifica
Siccome
chiunque da una parte o dall’altra potrebbe mancare ad ogni
momento,
pPer
comune assicurazione si deciderà che la Convenzione
nostra col
Patriarcato
sia approvata e ratificata da Propaganda Fide o, per lo meno, dal Delegato Apostolico,
in
modo che l’autorità ecclesiastica riconosca cnhe
la nostra Congregazione
ha una sede
in Palestina, e ciò a tutti gli effetti, anche presso le autorità consolari e civili,
e che i nostri missionari siano riconosciuti come tali coi relativi doveri e diritti.
Suore
Le suore Dorotee per la loro eccezionale attività, perché oramai conoscono
molto bene la gente e le difficoltà; gli usi non meno che la lingua... ecc.,
e perché finora hanno avuto parte preponderante nel reggere l’istituto (non è a illudersi
che uno solo a Rafat possa far tutto, se non è sorretto e aiutato da altri e di fiducia);
per tutto questo esse potranno rendere, e renderanno certamente, un grandissimo aiuto,
se
saranno sottomesse in ispirito di concordia e di carità; al
contrario saranno,
invece,
di grandissima difficoltà,
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se
non vorranno essere sottomesse,
ma vivere amassero vivere,
indipendenti dalla direzione
locale,
in tut
quello che si riferisce alla vita dell’Istituto.
Non è possibile che due autorità, indipendenti una dall’altra, abbiano a vivere
nello
stesso luogo, e
con tanti punti di contatto, come
le suore in un istituto. E chi
non la vanità femminile? Ma anche nelle più sante...
Ci vuole unità di governo.
Io
nNei
mesi che passai a Rafat, durante il
1930, mai mossi al Patriarcato parole
di critica o di lamento contro le suore, per rispetto ad esse e per grande amore di pace;
però
oggi, se è
fosse necessario, e se il Patriarcato
desiderasse sapere, potrei
raccontare
riferire
qualche fatto occorso,
e di una certa gravità, potrei
e dire qualche cosa a
che
dimostrazione
la della verità
di quanto ho
sopra ho asserito.
-
Con
ciò non voglio
sono ben lungi dal negare le
buone qualità che le suore hanno,
e l’aiuto che possono dare; ma solo voglio affermare la necessità principio:
«In
Chiesa è il sacerdote che comanda, e
la casa è il e il governo dell’Istituto deve stare
nelle mani del Direttore costituito.
Le
suore lavoreranno in cucina, in biancheria e, occorrendo,
anche in chiesa, ciò
in
ciò che è di loro aspettanza,
ma sotto l’ordine del sacerdote
Direttore
l’ordine della loro Superiora, la quale, per quanto si riferisce alla vita e buon andamento
dell’Istituto, dipenderà dal Direttore.
Se
alcuna si mostrerà
mostrasse ribelle
indipendente o indifferente
all’ordine del Direttore potrà questi farne le dovute rimostranze alla loro Superiora
e
anche a S. E. il Patriarca, e anche
a pure richiederne
la rimozione.
Esse
avranno piena libertà per la loro vita interna e osservanza delle
loro rRegole
e
cCostituzioni,
ma, fuori
di questo non muoveranno un passo senza il permesso del
Direttore
per tutto quello che riguarda l’andamento
dell’Istituto, dipenderanno dal Direttore
pel tramite della loro Superiora, che il Direttore dovrà sentire con animo sereno e benevolo,
con larghezza di buona disposizione non sottilizzando.
Così
p. e. fanno come
Le suore vorranno fare come le suore del
Cottolengo
che
sono nei nostri iistituti
di Venezia, così le
e come altre suore di differenti
Congregazioni
che sono di che
prestano servizio in altri nostri
istituti; e il Direttore
poi
e gli altri nostri tratteranno
con le suore da
non da schiave né da serve,
ma con ogni rispetto e benevole comprensione e riguardo.
Del
resto nel loro buon spirito non dubito che le
suore riconoscano
vorranno
riconoscere che noi siamo venuti
si venne a Rafat ben
alquanto prima di loro
nel
1921, non quando
l’Azienda non era per anco
incamminata, la casa non
edificata, e
la
vita poteva essere meno
molto esposta. ma
siamo venuti dal 192, quando l’azienda era
da
iniziare.
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Allora
quando non
si conoscevano neppure i confini del terreno, lo si riscattava
da
mano di estranei; e di casa non
c’era se non la piccola dentro il villaggio, e
i
villani erano, per pregiudizio e per
interesse, messi contro di noi: e
quei di Sara
i primo anno ci hanno abbandonato i terreni: e più volte son venuti di notte a spararci
sotto
le finestre, e vi
tanto che ci fu anche una vittima nel nostro
ortolano...
Eppure,
con l’aiuto di Dio, abbiamo sofferto, e
abbiamo
resistito,
e
abbiamo dato
opera valida alla costruzione della casa, come
alla riforma dei contratti
coi fellahin.
Non
siamo dunque Non ci saremo
vorranno dunque ritenere come dei nuovi venuti
per
Rafat! ma siamo ben più antichi
di loro. - Tale
considerazione, varrà, se mai ve ne fosse bisogno, ad agevolare
nelle suore il senso della concordia e dipendenza.
Le
difficoltà maggiori le abbiamo incontrate e sostenute noi, non le
suore; benché
non
si intenda di negare i loro meriti e la loro opera. -
Vorrei
fosse all’or Questo
ho ardito ricordare non per
Questo
non per van sciocco
esibizionismo ho ardito ricordare, ché me ne
vergognerei, ma unicamente perché valga, se mai ve ne fosse bisogno, a dare alle suore
quella
senso esatto cognizione
del lavoro già svolto che porterà a un senso e spirito
di
dipendenza, e di unione
e di concordia a bene dell’Istituto.
¨