V053T043 V053P068



          [Roma] 2 luglio 1934


 +     Così trattano gli uomini


 Stamattina, dopo aver telefonato e avuta assicurazione che sarei stato ricevuto

verso le 11, - sono andato dal Card. Lega, Vescovo suburbacario di Frascati.

 Nel ricevermi ho rilevato sul suo volto un senso di composta freddezza.

 Mi fece sedere, e poi mi disse: - Comprendo già perché lei viene. Ella ha ricevuto

la lettera che le ho fatto scrivere dal mio Vicario. Se lei ha documenti da presentare

che quella parrocchia fu conferita alla sua Congregazione dalla Santa Sede, li produca,

perché io ho ora sistemato quella parrocchia: ho comprato dai Santovetti; ho speso 17.000

lire: ora ho il Seminario ed ho i miei preti: ho già tre parrocchie date ai religiosi

e la diocesi è piccola: quindi non intendo di lasciare a religiosi la parrocchia.

 Ho destinato là un buon pretino, che vi farà da vice-parroco: se lei vuol lasciarvi

ancora don Opessi, io non le dico di levarlo: io non mi lamento di voi, né di quanto avete

fatto; riconosco il bene e i sacrifici fatti: vi lascerò un ben servito e serberò

buona memoria di voi.

 Ho fatto far ricerche in Curia,- nulla si è trovato che la parrocchia sia stata data a voi.

 Io non avrei fatto scrivere, se don Opessi non mi avesse detto che la vostra

Congregazione era pronta a mettere un altro sacerdote a fare da vice-parroco.

 È lui che ha risvegliato in me etc.

 Ho risposto che ero, infatti, andato per conoscere la mens dell’Ordinario;

che io non mi ero mai preoccupato di farmi rilasciare dai suoi predecessori,

né dalla Santa Sede dei documenti: che avevamo preso quel posto dietro preghiera

del Card. Cassetta, e che lo stesso Benedetto XV mi aveva detto che dovevo accettare,

perché anche a lui il Card. Cassetta si era rivolto.

 Tre Cardinali Vescovi: Cassetta, Boschi, e Cagliero; e lui stesso, il Card. Lega,

si erano sempre dimostrati soddisfatti di noi e ammirati.

 Sono oltre 15 anni che si lavora e si patì anche la fame...

  V053P069


 Una volta che ora si dice che si vuol mettere un sacerdote diocesano, - dico che la

Congr. è pronta a metter anche un altro sacerdote della Congr. - ma quando si dice che non

si vuole che la parrocchia resti più alla Congr., - è evidente che si desidera che ci ritiriamo.

 Voglia sua Eminenza provvedere, - toglieremo il parroco appena egli abbia

provvisto, e veniamo via in carità grande. Non intendo creare imbarazzi togliendolo

subito, - però avrei bisogno che la situazione non si prolungasse fuor di modo.

 Avrei potuto acquistare io quella proprietà dai Santovetti: non l’ho fatto per

delicatezza e dovere, mandandoli dall’Ordinario, (Card. Lega),

il quale però disse ai Santovetti che noi saremmo sempre rimasti.

 Comunque, noi siamo non per noi, ma per servire la Chiesa anche con la fame, -

lieti in Domino di esser licenziati, quando tutto è accomodato, e c’è da mettere a posto

altri, che non ha né lavorato, né patito. Dominus dedit, Dominus abstulit,

sit nomen Domini benedictum.

 Il Cardinale era in una posizione d’imbarazzo ed ho cercato di levarlo, abbreviando

il colloquio, - che, nella forma, si svolse, da parte mia, con ogni spirito di dedizione

di umiltà.

 Gli ho chiesto la benedizione che mi diede, sempre esprimendo stima grande

e benevolenza, e mi accompagnò fuori della camera, sempre ripetendo

che avrebbe rilasciato una ampia attestazione del bene da noi fatto

e che avrebbe pregato per me.


          Sac. Orione L. d.D.Pr.


 P. S. Ho trovato il Cardinale molto invecchiato e che camminava quasi a stento.

 Iddio perdoni a lui e al suo Vic. g. Mg.r Budellaci, che non fu mai benevolo verso

di me, tanto che già altra volta si doveva venire via.

 Vedi lettera di Mg.r Vic. gen.le di Frascati 27 giugno 1934, dove comunica

che sua Eminenza il Card. Vescovo ha deciso di mettere un vice-parroco della diocesi.

¨