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+ Tortona, 2 febbraio 1938
Io sottoscritto, sacerdote Luigi Orione, del fu Vittorio, e fu Carolina Feltri,
nato a Pontecurone in Prov. di Alessandria, nel 1872, - sentendomi nel pieno possesso
delle mie facoltà mentali, e volendo col presente scritto fare il mio testamento, nomino mio erede di tutti i beni mobili ed immobili, che possederò quando verrò a morire,
il mio carissimo Carlo Sterpi di Gavazzana, sacerdote, attualmente residente in Tortona.
Dichiaro che intendo morire, come fin qui sono vissuto, da figlio devotissimo
della santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana, e che vorrei morirle ai piedi,
come intendo darle tutta la mia vita e il mio amore.
Alla infinita misericordia di Dio raccomando e affido la mia anima, e invoco
con fiducia senza limite, la SS. Vergine, Madre di Dio e madre mia amatissima.
Chiedo perdono a tutti, - (e nel più umile modo), - che avessi offeso o danneggiati,
e da parte mia perdono di gran cuore a chi mi avesse offeso o recato danno,
in qualunque modo, nella roba o nell’onore.
Prego anzi il Signore per chi mi avesse perseguitato o fatto del male, e vorrei dare
la mia vita per vincere il male col bene, nella carità di Gesù Cristo.
Il mio erede farà celebrare quattromila sante Messe, più dieci turni
di S. Messe Gregoriane, 30 per turno, - nel più breve tempo.
Poiché Iddio ha permesso, certo a bene mio, che il mio nome di sacerdote venisse
vilipeso nel modo più disonorevole per un cristiano e sacerdote, e ciò da parecchi anni,
senza che mai l’autorità ecclesiastica della mia chiesa di Tortona, invano da anni
sollecitata, sentisse il dovere, - (pure avendo in suo potere i relativi documenti), -
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di almeno emettere una dichiarazione che la infame calunnia o diceria non ha base
di verità, - mi vedo dolorosamente obbligato, per tutelare, almeno in morte, il buon nome
di me sacerdote, di proibire che il mio corpo venga sepolto entro i confini della diocesi
di Tortona, sino a che questa autorità diocesana non emette un atto, da potersi rendere
pubblico, col quale si dichiari, nel modo più assoluto, che la turpe calunnia
non ha alcun fondamento.
Perdono a tutti, prego per tutti, ma è questo, purtroppo, ancora l’unico modo
che mi rimane a tutela del buon nome di me, cristiano e sacerdote.
Questa è la mia volontà.
Nel nome di Dio, amen.
Sacerdote Luigi Orione fu Vittorio
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