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Caro Signore e fratello nel mio Dio,


Ho ricevuto i vostri libri volumi: io giâ li conosceva giâ quasi tutti,

almeno i più importanti e piû noti, ma vi ringrazio dell’atto cortese. poichè

Sono quasi ventidue anni tant’ un anni quasi È da anni che seguo il vostro lavoro

e i passi di molti di voi. seguo il vostro lavoro, e non mi pare superficialmente,

forse da quando ventun anni fa venni dal mio Piemonte a Roma con cinque lire in tasca,

per conoscerla, Roma, da vicino Roma, e ricordo che allora non potei vedere avvicinare

il Papa Leone XIII poiché Mg.r Cagiano de Azevedo, allora Maggiordomo Maestro di Camera, Co mi domandò dell’albergo oveio abitassi ed io tacqui, poiché dormiva lungo in

i fossi nella campagna, oltre i prati di Castello. Conosco Lo avvicinai dopo, però conosco voi Roma.

Conosco

Caro Signore, vi dico con profondo dolore che noi siamo lontani in ciò che, si idee

così ve lo dico con dolore profondo e nella concezione della fede essere cult, fede, forse vi

è un abisso, ma e ve ve lo dico tremando, ma voi siete piû vicino a me d’un fratello nella

carità del mio Dio Cricifisso e della Santa Chiesa di Roma, che mi ha generato.