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Mio caro amico,


Le chiedo scusa di non averle risposto subito, e anche che Le di scriverle

brevemente per il tempo che mi manca.

I La ringrazio delle sue lettere, sempre assai gradite.

Ho ricevuto anche l’espresso; va tutto benissimo.

II Prendo sinceramente e fraternamente parte alla consolazione interiore

che lei sentita alla presenza augusta del S. Padre e piû alle parole piene di bontà che st. S. PadreLe ha [che] si degnò rivolgerle. Che esse le siano di grande conforto per tutta la vita!

Solo nella parola e nella dottrina celeste della Chiesa e del Vicario di G. C. è la pace,

il gaudio e la gloria della mente umana, e la speranza dell’eterna felicità!

III Mi ha fatto anche molto piacere quanto lei mi ha scritto di don Brizio e della

buona impressione che egli fece a lei e le notizie che lei molto cortesemente mi dà

del bene che egli giâ ha fatto agli orfani. La ringrazio di ogni conforto che egli darà: frater

qui adiuvatur a fratre, quasi civitas firma.

IV Ella mi parla anche delle orfane e delle ottime suore, nonché del colloquio

che Sua Eccell. Mg.r Vescovo ebbe con la Contessa Spalletti. E Di questo che le dirò mai,

caro don Giovanni? e che oramai non ci resti che pregare! Certo Ella saprà avrà anche

saputo anche che la visita di Mg.r Vescovo alla Spalletti non era stata consigliata né

desiderata da me, ché anzi io gli dissi che dissi al vescovo che non andasse. Ne Ebbi poi

la notizia casualmente, da Sua Eccellenza stessa, che incontrai casualmente, a piazza Capranica. Ritengo però che ila cosa problema avrebbe doveva dovesse avuto un altra

soluzione, se fosse condotta cond stato studiato diversamente, come avevo detto.

Ho portato subito l’impressione che quel colloquio fu deve essere stato un vero

disastro, ed è molto doloroso dirlo, ma difficilmente , Caro Don Giovanni, ci si potrà

riparare. Il Vescovo non ne ha nessuna colpa, anzi avrà davanti a Dio un grande merito;

ma non doveva andare. Io farò sempre, con l’ajuto di Dio, tutto quello che potrò,

ed ho già fatto interpellare il Santo Padre, se crede bene che mi ritiri.

Togliermi senza che il S. Padre lo sappia, non lo posso fare. Fu per secondare la volontà del S. Padre Pio X, che sono entrato a lavorare nel Patronato: ho continuato a starvi

per espressa volontà di questo Papa: nulla più desidero che di fare in tutto

e sempre la volontà del S. Padre.

Sua Santità già è stata informata da Mg.r Vescovo Bagnoli di tutto,

come mi disse Mg.r Vescovo stesso nel Patronato per con i compon volontà desiderio

del S. Padre Pio X e vi sono rimasto per espresso desiderio dell’attuale nostro Santo Padre, così, dopo un anno dal disastro, e di chiedeva se eg Sua Santità non avesse stimato

opportuno che io mi ritirassi a lavorare tutto pel mio piccolo Istituto specialmente che

ora che viene a mancare di braccia, per la guerra che mi me ne ha portati via

circa quaranta tra sacerdoti e chierici.

e che con l’ultima chiamata partirà anche Catasca -