V054T102 V054P093 V054P093
[1917]
Ricevo la venerata lettera di V. E.
Ecco
in breve e chiaro come stanno le cose sul sacerdote del
[del] quale V.
E.
chiede di essere informata.
In
data 29 Aprile Agli ultimi di aprile un Signore mi
scriveva da M. dicendomi
che
detto S. aveva relazione con una sua parente
figlia sua penitente; detto Signore parente
e mi inviava copia di una lettera che dal s. sarebbe stata scritta ad essa.
Telegrafai
a Io conoscevo e stimo
detto Signore che è pure assai amico xxxxx
di Mg.r Arcivescovo: la lettera che mi informava e la copia erano gravi.
Il Signore mi diceva che nessuno sapeva nulla, neanche l’arcivescovo;
io
su questo doveva credergli; ma tratt
ma voleva avere in mano la lettera o
che uno di mia piena fiducia e di prudenza e che assai bene conosce la calligrafia di N. N.
potesse vederla.
Chia
Diedi due telegrammi: chi
al Signore dicendogli che inviava persona
di
mia fiducia e quello che mi sta
per assicurarsi ed a N. N. altro telegramma
chiamandolo a Roma dove mi avrebbe incontrato.
Questi
rispose telegrafò dopo
due giorni che gli inviassi il danaro
pel viaggio:
mandai
telegraf. L. 50 pregandolo dirmi quando
avvertirmi telegraficamente sua partenza,
egli
si fece portare dare
altre L. 50 dal Superiore di Reggio Calabria,
mentre già aveva ricevute dalla casa le mie: glie le portò a Villa.
Ricevo
un telegramma da Roma che egli
era giunto, e già mi
diceva
che entro tre giorni doveva ripartire: lo riproduco.
Qui
dal primo maggio in avanti, per piû
giorni, ab scoppiò una
specie di rivoluzione
nel popolo, invasero le case, infransero vetri e mobili, bastonando la gente, e specialmente
sfogandosi coi preti e coi ricchi.
Al vescovo sfondarono le porte e al pian terreno ruppero tavoli banchi, mobili,
spezzarono crocifissi e salirono anche sopra, ma non fecero a tempo,
ché fu difeso dalla truppa.
Distrussero le cucine economiche, distruggendo tutto, pentole piatti panche etc;
il Ricreatorio nostro festivo che è nel palazzo del Vescovo. -
Sfondarono
anche due porte del nostro Collegio e vennero in casa a
a romperci i vetri.
Per 6 giorni ebbimo notte e giorno un picchetto armato a difenderci.
E
pensi che i soldati e ufficiali xx
si dovevano lasciar battere da donne. -
E
questo dopo che erano
giunti rinforzi ancora, ad un solo Signore diedero un danno
di oltre L. 10 mila, sfondandogli i magazzini.
Era una turba briaca che girava con bandiere rosse e con la scritta: Abbasso la guerra! Evviva la rivoluzione russa! -
Potevo
io lasciare la casa
l’Istituto in quei frangenti?,
mentre il Direttore di questo Istituto