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[Cardinal Minoretti] [1934 - 35]
... fratello Superiore dei Fate bene fratelli, i quali tengono ospedali in condizioni eccellenti,
furono molto osteggiati, - mentre le Istituzioni laiche tengono ospizî come il Paverano,
e tutto passa.
Lo ho pregato che permettesse che il Paverano fosse come un’opera di carità
dedicata a lui, pel suo Giubileo sacerdotale, ed egli, dopo un momento e qualche tenue
osservazione, accettò.
Però, qualche giorno dopo, mi scrisse di non dargli quel nome e significato. -
L’osservazione che, di presenza, aveva fatto era: diranno che è un Istituto per alienate mentali e col nome del cardinale... e pareva che non gli andasse molto a garbo, quasi cosa
non decorosa per un cardinale.
A me, invece, pareva tanto bello e santo che il pastore e il padre in X.sto
avesse preso sotto sua speciale tutela quegli esseri tanto infelici, fosse un onore
e un far risaltare e vedere Gesù in quelle povere creature sue.
Quando mi mandò a dire di non dare quel significato, di omaggio a lui,
Gli ho risposto per telegramma, mi pare da Venezia assicurandolo.
Ho poi dubitato che fosse un mg.re, (ora defunto), che avesse potuto dissuaderlo;
ma ammalatosi quel Mg.re suo Pro-Vicario, sono stato ripetutamente e trovarlo.
Ed avendo fatto visita a Sua Eminenza, mentre da Genova stavo per andare a Roma,
per la canonizzazione di Don Bosco, - ho assicurato Sua Emin.za che anch’io avrei pregato pel suo Provicario il nuovo santo, - e gli ho detto ciò perché egli stesso mi aveva detto
di essersi rivolto a Don Bosco.
Può
darsi che, tra i miei scarabocchi, troviate il biglietto di Sua
Eminenza dove
con cui mi diceva di non dare il suo nome al Paverano; non troverete forse la mia risposta,
perché ricordo bene di avergli telegrafato da fuori Tortona, mi par proprio da Venezia. -
Ricevo, in questo momento, la collezione di cartoline della Guardia: ve ne ringrazio.
Pregate per me.
Saluto, conforto e benedico voi e tutti in G. Cr. e Maria SS.
D. Orione D. P.