V054T183                                                                                                                          V054P170 V054P170



+         Anime e Anime!

          [1899 - 900]


Veneratissimo mio fratello in Gesù, [a un sacerdote di Siracusa]


Ricevo la vostra lettera del 16/10, e voi scusatemi un po’

se non v’ho risposto subito: questa mia zucca, vedete, in questi giorni è

come un gran cestone, e bisogna anche compatirla un poco.

Vi ringrazio della fiducia che dimostrate verso questa povera casa, -

sì, è proprio la grande e Divina Provvidenza di Nostro Signore

che in modo mirabile fa camminare questa Opera che è tutta sua, e dà vitto e vita spirituale

e istruzione a tutte queste centinaia di ragazzi.

Caro Signore, qui non ce ne sta più, proprio più, - jeri quasi tutti i

molti dei nostri chierici hanno dovuto emigrare dalle già povere camere ove dormivano

e hanno portato il loro letto nelle soffitte sotto i tetti, - e fra pochi giorni anche gli altri,

che dormono ancora in un nostr dormitorio, dovranno salir sopra anche loro, sotto le tegole, in quella povera soffitta ove già che essi chiamano lietamente la sala gloria in excelsis

e dove già sono gli altri miei cari figli che vestono loro compagni di religione.

Il Signore ci ha proprio fatta così piena la casa, che oramai forse per menar qui farci capire che farci emigrare anche dalle stanze, e farci meglio comprendere quale deve essere

lo spirito dell’Opera e di noi suoi poveri figli.

E oltreché qui sarebbe assolutamente impossibile per mancanza di posto,

anche la stessa lontananza dalla famiglia, in caso di malattia, renderebbe creerebbe

circostanze critiche.

Senta, faccia così mi pare che si potrebbe fare così: a Noto vi ha padre Albera,

mio confratello, ella rivolga a lui la sua domanda, gli dichiari se detti giovani vengono

per studiare unicamente e se pure per farsi membri dell’Opera della Divina Provvidenza,

nel qual caso e sarebbe necessaria una dichiarazione anche da parte dei parenti;

vedrà che il Signore non le verrà meno.




  V054P171


Oh! io ricordo con pio soave conforto il pellegrinaggio fatto l’anno a Siracusa

nel settembre dell’anno passato, a Siracusa a cotesti ricordo cotesti monumenti

diella pietà fede la piû viva e la piû antica d’Italia!

Fui anche nel loro Seminario ove mi potei anche confessarmi,

e dove vidi tanti buoni chierici.

Sarei venuto anche a far visita a cotesto suo Eccellentissimo Arcivescovo,

Monsig. Fiorenza, del quale conosco alcuni scritti come pure gli scritti del discepolo suo,

il latinista di Monreale, ma poi mi parve che sarebbe stata un po’ troppa presunzione

tanto piû che mi trovava così in mal arnese da far spavento.