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+          G. P. A.

           [(24) - 9 - 1901]


Carissimo nel Signore,


Sento dalla tua lettera che non intendi appartenere all’Opera della Divina

Provvidenza. Per questo io non so perché mi debba occupare

e assumere di doverti fare ordinare.

Intendo dichiarare che tu sei sempre stato un buon chierico, ma, volendo tu essere

prete secolare e libero, io non voglio ingannare il tuo povero vescovo, quasi presentandoti

come mio per farti ordinare, mentre tu non sei tale, come mi dichiari

nella tua lettera del 14 corr. mese.

Io non mi ricordo di avere mai avuta da te una tale dichiarazione, anzi so bene

che quando sei venuto mi hai detto esplicitis verbis che intendevi essere membro

dell’Opera.

Sono spiacente di non poterti ammettere per parte mia alla scuola e alla vita comune

del Convitto, perché, se la vita comune è il legame che sostiene le istituzioni religiose,

e le conserva nel fervore, l’ammettervi semplicemente chi non ha idea di fare tale vita,

ma solo vi si uniforma per le sue personali necessità, non è buona cosa,

si può permettere, secondo le deliberazioni prese nelle adunanze di Sanremo,

senza gravissima ragione che non riscontro nel caso tuo.

Abbi quindi pazienza, e vedi di provvedere al più presto.

Noi ci ricorderemo sempre di te, e in questi giorni in modo particolarissimo

ti raccomanderò al Signore, perché, anche da alunno del tuo Seminario,

tu possa riuscire sempre secondo la santa volontà di Dio.

Ti benedico di gran cuore, salutami i tuoi, e in ispece il canonico tuo benefattore

e raccomandami alle loro orazioni.

Abbimi in Corde Jesu per tuo aff.mo sempre


           D. Orione