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Gentilissimo signore e amico,
Come
jeri l’altro dissi in codesto ufficio
del Patronato, così
con la presente vengo
a
dare ragione della
retta di L. 30 degli orfani del Patronato che sono al Convitto
Paterno
di Tortona.
Io
ottenni dalla Presidente di collocare gli orfani Putortì Michele
(dolciere), e
La-Rosa
Antonino (tipografo) e Bevacaqua Natale pres
(muratore) che fa
presso famiglie per bene, a L. 30 mensili.
Ora è bensì vero che prima il Putortì ne pagava solo venti, ma egli era in Convitto
allora
e lavorava quindi pel conto del
a profitto [del] Convitto, mentre
per
cui non era sarebbe
stato onesto che pagasse piû di L. 20.
Quanto al Pemestri Giosuè, egli dopo essere fuggito dalla scuola pubblica
piû e piû volte, si dovette fargli scuola in Convitto, quindi nelle L. 30 mensili vi è inclusa
la
scuola vol e non solo
il vitto.
Vedano il suo fascicolo e troveranno che piû e piû volte ci pregarono
di
fargli far non
lasciargli mancare la scuola. Ma, poiché era impossibile farlo
piû tenerlo
alle
scuole del Comune ove
perché ogni giorno fuggiva, gli si provvide la scuola in casa.