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[a don Gatti]
[Ottobre 1903]
Avrete
insieme con voi due buoni
per ora due buoni figli, in borghese,
uno da sacrista, uno da cuoco. Sono di pietà e assai nostri e di spirito
e potrete fare insieme la s. meditazione.
Perduca ne conosce uno, è quel Novelli che era a Sanremo.
Avrete 1.300 lire di sicuro, per vivere; ma poi la Div. Provvidenza ci aiuterà,
e si potrà metterci qualche chierico.
Caro don Gatti, ho bisogno uno ai fianchi che mi aiuti e che sia fidato
e sia di pura dottrina e di pura vita e che goda la fiducia degli altri miei confratelli.
Vi supplico di venire voi, e di non guardare ad alcuna considerazione
che vi metta in timore.
Ve
l’ho detto
Vi prego di farmi questa carità.
Io non posso venire, e non so quando potrò.
Qui non ho nessuno, venite voi.
Il vescovo già mi ha detto che vi lasciava venire e vi lascia venire.
Io vi direi di consigliarvi con don Perduca, e con don Guffanti, se c’è,
ma poi credetemi che ora è l’ora da fare un po’ di bene.
Se avete qualche spiegazione da farmi, qualche cosa da domandare, scrivetemelo.
Qui si può fare molto bene alle anime: ecco quello che si può fare, e potrete attendere
alla sorveglianza di qualche chierico che potremo mandare alla Gregoriana.