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Mattina del 1 Settembre 1910
Stanotte, dopo la mezzanotte, mi sono addormentato, ed ebbi questo sogno,
che mi ha fatto una singolare impressione.
Era sul viale di S. Martino di Messina, andava verso il porto, ma mi trovava ancora
piuttosto vicino alla nostra Chiesa e con me c’era qualcuno.
E vidi venire, ed erano giâ vicini un gruppo di sacerdoti con qualche borghese. -
E
alzai gli occhi a guardare bene, ed erano tutti
i membri del Capitolo Salesiano di Torino
e vidi che in mezzo c’era Don Rua morto, in piedi, che essi lo portavano diritto ed era tutto lui, ma era morto, ed io sono rimasto profondamente meravigliato. Contento di vederlo,
ma mortificato perché per la mia condotta mi pareva di non potermi presentare a Don Rua,
senza sentire un rimprovero, ma gli domandai subito perdono, mi avvicinai tosto poiché
non c’erano che pochi passi.
Don Rua era morto, ma diritto con la sua testa diritta; il volto era
come quando era vivo ma aveva il colorito più profondamente marcato, ma bello e sereno
e alto e c’era qualche cosa di più di quando era in terra, ed era morto.
Io gli andai incontro come dicendo: oh Don Rua! e gli domandava perdono
perché io non era come doveva dicendo che mi sarei emedato. -
E siccome gli porgevano avanti una mano, la destra, col suo braccio magro
e la voce cadeva giû, ma era tenuta su, e gli bacia la mano, tra il braccio e la mano sempre
chiamandogli col cuore perdono, come prima aveva fatto con la voce, e guardandolo bello.-
Ed egli parlò, parole non di rimprovero, ma dolci, prima con gli occhi chiusi, ed io
dissi: Oh Don Rua che è morto parla tutto contento, e tutti gli altri meravigliati e contenti
ma
non meravigliati, come
tanto perché potesse parlare, e parlava a me dandomi conforto. -
E
mi disse poi aperse gli
occhi, e lì un’altra meraviglia piena di gioia, e parlò
di Don Bosco, come se Don Bosco lo avesse mandato, e mi disse che aveva avuto ordine
da Don Bosco di darmi un grande regalo, come un grande pegno di affetto, un grande cotta
preziosa, una gran cosa che mi parve avesse un significato particolare, che io capiva
che poteva forse riferirsi ad alcune parole, che mi disse quando era moribondo a Torino.
E voltandosi agli altri disse: - tra Don Bosco e lui se l’intendono, - ed a me pareva,
nello stato mio, che fosse troppo troppo, e si girò pure dicendo altro, e intanto un borghese
che era venuto con lui e gli stava alla sinistra, al di là dei Sacerdoti
ed
era un ingegnere giovine, si mesi a parlare con Don Rua. di
cose
E poi dopo un poco mi sono svegliato. -
Del Capitolo ne mancava uno, io guardai bene due volte.
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E questo sogno mi lasciò una grande tranquillità di cuore.
Ed ho detto delle Salve Regina, non sapendo come meglio ringraziare il Signore
e Don Rua, e sono stato sveglio, pensando che fosse un sogno di conforto
per la mia situazione e solo mi pareva incredibile per la mia condotta, che è così lontana
dalla perfezione religiosa.
E pensava ad un altro sogno di quando mi sono vestito da chierico, che Don Bosco
pareva che veniva giû dal Cielo per vestirmi Lui e darmi la cotta in mezzo di un giardino.
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