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[1922]
Don Casa ed io viaggiamo tutta la notte, e facemmo a tempo; gli altri, ritenendo
che il «Valdivia»·passasse il 2, com’era stato detto all’Agenzia e annunciato dai giornali,
penso
saranno arrivati la sera, quando noi avevamo già fatte parecchie
miglia di mare. Don Gabri
Abbiamo
inviato loro un saluto da Santos, dove la Sanità
fu piû benigna che a Rio, e
il piroscafo poté entrare in porto, e noi discendere a terra per alcune ore.
Oh ma quanto piacere avrebbero mai provato questi cari nostri se oltre alla gioja
fraterna
di poter rivedere Don
Depaoli e Don Casa, avessero potuto riabbracciare,
anche,
xx
dopo otto lunghi anni di lontananza, il nostro caro Don Dondero, e
poi anche
Don Mario e qualche altro!
Io
pensavo Vedendo la loro
la carità fraterna vivissima e il così dolce sentimento
e
gli affettuosissimi saluti che si scambiavano tra
Don Depaoli, Don Francesco Casa
ed i nuovi Missionarî, io pensavo tra me: poveri figliuoli miei, vi rivedrete voi più
su
questa terra? E allora sì che mi sentivo così
piccolo, molto piccolo, allora
davanti a questi figli della Divina Provvidenza, che resteranno qui
ad evangelizzare Gesù Cristo ai più poveri e alla gioventù più orfana e più abbandonata,
mentre
io me ne tornerò tra tante comodità
in Italia a vivere tra anche
comodità
e
riguardi di ogni genere
sorta.
Ah veramente beati pedes evangelizantium pacem, evangelizatium bona!
A Santos li ho condotti a visitare alcune Chiesa, e il Carmine dove è il mausoleo di...
Patriarca della indipendenza brasilera.
Questi che viaggiano ora con me, mi dicono di non aver sofferto molto da Genova
a
Rio, eccetto Don Montagna
un po’ Don Montagna negli ultimi giorni; ma chi molto
ha sofferto fu il povero Don Carlo Alferano il quale provò il mal di mare
per tutta la traversata in modo indicibile, e dì e notte, con un singulto
che faceva grande pena a tutti, e senza mai toccar cibo, eccettuato l’ultimo giorno.
Pensate che sollievo dev’esser stato per lui la comparsa sull’orizzonte
dei lontani campanili di Rio de Janeiro.
Io
Mi dicono che non poté mai celebrare, ma che diede esempio mirabile
di pazienza
e di
fortezza cristiana nel saper
soffrire per l’amore di Dio benedetto.
Gli altri invece celebrarono sempre, eccetto
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forse qualcuno nel Golfo del Leone, che si fece sentire assai, come sempre.
Anche il Golfo di S. Caterina, che abbiamo passato jeri mattina, è stato un po’ brutto.
Don Zanocchi non poté celebrare, ma chi piû sofferse fu Don Montagna,
che
ne ebbe per tutta la giornata, e ancora oggi non s’è rimesso
completamente rimesso,
ha però detto Messa.
Io
sono il piû vecchio, ma vedo che
sono di essere ancora
il piû forte:
non ho sofferto mai mal di mare ed ho sempre potuto celebrare. Deo gratias! -
Passeremo
davanti a Montevideo, ma senza fermarci,
che per far salire la Sanità, -
quindi
questa mia prevedo che
verrà con me a Buenos Aires, e ve la spedirò di là.
Il mare oggi è buono, e tutti sperano di giungere domani a sera a Buenos Aires,
ma tardi, e non si sbarcherà che lunedì. Chissà che a Montevideo non possiamo sapere
che è fatto il Papa?
Ieri
L’altro jeri Il 2; quando si è aperto il Conclave,
e poi jeri sera
mattina e jeri sera
abbiamo pregato nella Messa e anche nelle preghiere in comune. Jeri sera abbiamo pure
cantato
sul ponte il Veni
Creator Spiritus, Sul la
x sul ponte del bastimento, sotto la volta
stellata del cielo e in faccia la mare immenso, e poi abbiamo invocata la Madonna SS.,
Mater boni Consigli, e abbiamo cantata la nostra lode: «Solchiamo un mare infido».
E
abbiamo ci siamo poi
detto: ecco il Santo Padre Benedetto XV
ha benedetto le
i Crocifissi, che Mg.r Cribellati gli ha presentati, e furono gli ultimi Crocifissi
di Missionarî partenti, e mandò la Sua Apostolica Benedizione, e i Figli della Divina
Provvidenza sono gli ultimi missionarî che Egli ha benedetto della più grande
e paterna benedizione, avanti che passasse da questa a vita beata.
Ora, dopo aver suffragata dal mare l’Anima del grande Pontefice della pace,
ecco dal mare invochiamo lo Spirito Santo pel nuovo Papa! E, forse, siamo gli unici
al mondo che, in mezzo all’Oceano, cantiamo il Veni Creator Spiritus, offriamo le Messe
e preghiamo riuniti per l’elezione di un Santo Papa.
Benediciamo il Signore, o miei figli, benediciamo di cuore al Signore
anche
di questo: che, essendo il nostro nascente Istituto, in speciale modo
consacrato ad amare al
Papa e specialmente ad amare e di unire
il Papa a diffondere nei piccoli
e i
poveri nel popolo l’amore alla Chiesa e al Vicario
in terra di Gesù Cristo, così, pure
voi dalla terra e noi pure dal mare eleviamo al Cielo la nostra preghiera per il Papa.
Questa è pure una consolazione nel dolore grande che tutti ha colpito con la morte
del S. Padre Benedetto XV: di essere uniti cor unum et anima una, sparsi per lidi diversi
e fin attraverso l’Oceano in questo supremo e piû forte e piû dolce amore a Gesù Cristo
nella persona del Suo Vicario in terra, il Papa!
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Prevedendo
che l’elezione del nuovo Sommo
Sommo Pontefice della Chiesa Santa
di
Ges Dio dovesse
avvenire mentre sono per
mi trovo in mare, ho lasciato a Rio de
Janeiro
Don
Depaoli, perché che
appena ne avesse nostra gli
giungerà a Rio de Janeiro la notizia
gli dia questo telegramma : «Tutti i Figli della Divina Provvidenza depongono umilmente
ai
piedi Santità Vostra cuore e vita. Degnatevi benedirci[»]
Sac. Noi siamo, o miei
figli,
siamo,
per divina grazia, e vogliamo sempre essere
figli devoti umili,
fedeli, devotissimi
obbedienti in tutto, devoti e affezionatissimi del Papa e della Chiesa, e vogliamo lavorare
ai piedi della Chiesa, dei Vescovi e del Papa, vogliamo lavorare quanto più potremo
ma sempre sotto la guida e nello spirito dei Sacri Pastori e del Vicario di Gesù Cristo
a
gloria di Dio e per la libertà, e
la indipendenza e la glorificazione della Chiesa e del Papa.
Noi
non guardiamo chi è che è Papa
se è papa l’uno o l’altro, né il nome che ha,
né
il suo passato, no: noi gu
si chiami Leone o Pio o Benedetto, poco monta:
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