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 Don Casa ed io viaggiamo tutta la notte, e facemmo a tempo; gli altri, ritenendo

che il «Valdivia»·passasse il 2, com’era stato detto all’Agenzia e annunciato dai giornali,

penso saranno arrivati la sera, quando noi avevamo già fatte parecchie miglia di mare. Don Gabri

 Abbiamo inviato loro un saluto da Santos, dove la Sanità fu piû benigna che a Rio, e

il piroscafo poté entrare in porto, e noi discendere a terra per alcune ore.

 Oh ma quanto piacere avrebbero mai provato questi cari nostri se oltre alla gioja

fraterna di poter rivedere Don Depaoli e Don Casa, avessero potuto riabbracciare, anche,

xx dopo otto lunghi anni di lontananza, il nostro caro Don Dondero, e poi anche

Don Mario e qualche altro!

Io pensavo Vedendo la loro la carità fraterna vivissima e il così dolce sentimento

e gli affettuosissimi saluti che si scambiavano tra Don Depaoli, Don Francesco Casa

ed i nuovi Missionarî, io pensavo tra me: poveri figliuoli miei, vi rivedrete voi più

su questa terra? E allora sì che mi sentivo così piccolo, molto piccolo, allora

davanti a questi figli della Divina Provvidenza, che resteranno qui

ad evangelizzare Gesù Cristo ai più poveri e alla gioventù più orfana e più abbandonata,

mentre io me ne tornerò tra tante comodità in Italia a vivere tra anche comodità

e riguardi di ogni genere sorta.

 Ah veramente beati pedes evangelizantium pacem, evangelizatium bona!

 A Santos li ho condotti a visitare alcune Chiesa, e il Carmine dove è il mausoleo di...

Patriarca della indipendenza brasilera.

 Questi che viaggiano ora con me, mi dicono di non aver sofferto molto da Genova

a Rio, eccetto Don Montagna un po’ Don Montagna negli ultimi giorni; ma chi molto

ha sofferto fu il povero Don Carlo Alferano il quale provò il mal di mare

per tutta la traversata in modo indicibile, e dì e notte, con un singulto

che faceva grande pena a tutti, e senza mai toccar cibo, eccettuato l’ultimo giorno.

 Pensate che sollievo dev’esser stato per lui la comparsa sull’orizzonte

dei lontani campanili di Rio de Janeiro.

Io Mi dicono che non poté mai celebrare, ma che diede esempio mirabile di pazienza

e di fortezza cristiana nel saper soffrire per l’amore di Dio benedetto.

 Gli altri invece celebrarono sempre, eccetto

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forse qualcuno nel Golfo del Leone, che si fece sentire assai, come sempre.

 Anche il Golfo di S. Caterina, che abbiamo passato jeri mattina, è stato un po’ brutto.

Don Zanocchi non poté celebrare, ma chi piû sofferse fu Don Montagna,

che ne ebbe per tutta la giornata, e ancora oggi non s’è rimesso completamente rimesso,

ha però detto Messa.

 Io sono il piû vecchio, ma vedo che sono di essere ancora il piû forte:

non ho sofferto mai mal di mare ed ho sempre potuto celebrare. Deo gratias! -

 Passeremo davanti a Montevideo, ma senza fermarci, che per far salire la Sanità, -

quindi questa mia prevedo che verrà con me a Buenos Aires, e ve la spedirò di là.

 Il mare oggi è buono, e tutti sperano di giungere domani a sera a Buenos Aires,

ma tardi, e non si sbarcherà che lunedì. Chissà che a Montevideo non possiamo sapere

che è fatto il Papa?

Ieri L’altro jeri Il 2; quando si è aperto il Conclave, e poi jeri sera mattina e jeri sera

abbiamo pregato nella Messa e anche nelle preghiere in comune. Jeri sera abbiamo pure

cantato sul ponte il Veni Creator Spiritus, Sul la x sul ponte del bastimento, sotto la volta

stellata del cielo e in faccia la mare immenso, e poi abbiamo invocata la Madonna SS.,

Mater boni Consigli, e abbiamo cantata la nostra lode: «Solchiamo un mare infido».

 E abbiamo ci siamo poi detto: ecco il Santo Padre Benedetto XV ha benedetto le

i Crocifissi, che Mg.r Cribellati gli ha presentati, e furono gli ultimi Crocifissi

di Missionarî partenti, e mandò la Sua Apostolica Benedizione, e i Figli della Divina

Provvidenza sono gli ultimi missionarî che Egli ha benedetto della più grande

e paterna benedizione, avanti che passasse da questa a vita beata.

 Ora, dopo aver suffragata dal mare l’Anima del grande Pontefice della pace,

ecco dal mare invochiamo lo Spirito Santo pel nuovo Papa! E, forse, siamo gli unici

al mondo che, in mezzo all’Oceano, cantiamo il Veni Creator Spiritus, offriamo le Messe

e preghiamo riuniti per l’elezione di un Santo Papa.

 Benediciamo il Signore, o miei figli, benediciamo di cuore al Signore

anche di questo: che, essendo il nostro nascente Istituto, in speciale modo consacrato ad amare al Papa e specialmente ad amare e di unire il Papa a diffondere nei piccoli

e i poveri nel popolo l’amore alla Chiesa e al Vicario in terra di Gesù Cristo, così, pure

voi dalla terra e noi pure dal mare eleviamo al Cielo la nostra preghiera per il Papa.

 Questa è pure una consolazione nel dolore grande che tutti ha colpito con la morte

del S. Padre Benedetto XV: di essere uniti cor unum et anima una, sparsi per lidi diversi

e fin attraverso l’Oceano in questo supremo e piû forte e piû dolce amore a Gesù Cristo

nella persona del Suo Vicario in terra, il Papa!

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 Prevedendo che l’elezione del nuovo Sommo Sommo Pontefice della Chiesa Santa

di Ges Dio dovesse avvenire mentre sono per mi trovo in mare, ho lasciato a Rio de Janeiro

Don Depaoli, perché che appena ne avesse nostra gli giungerà a Rio de Janeiro la notizia

gli dia questo telegramma : «Tutti i Figli della Divina Provvidenza depongono umilmente

ai piedi Santità Vostra cuore e vita. Degnatevi benedirci[»] Sac. Noi siamo, o miei figli,

siamo, per divina grazia, e vogliamo sempre essere figli devoti umili, fedeli, devotissimi

obbedienti in tutto, devoti e affezionatissimi del Papa e della Chiesa, e vogliamo lavorare

ai piedi della Chiesa, dei Vescovi e del Papa, vogliamo lavorare quanto più potremo

ma sempre sotto la guida e nello spirito dei Sacri Pastori e del Vicario di Gesù Cristo

a gloria di Dio e per la libertà, e la indipendenza e la glorificazione della Chiesa e del Papa.

 Noi non guardiamo chi è che è Papa se è papa l’uno o l’altro, né il nome che ha,

né il suo passato, no: noi gu si chiami Leone o Pio o Benedetto, poco monta:

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