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[Massime salutari e avvisi ai giovani]
I Ama, o fanciullo, ciò che è giusto e onesto e cerca Dio con semplicità
di cuore.
II Anche i pensieri malvagi allontanano da Dio.
III I vizî degradano e avviliscono l’uomo, e lo riducono quasi alla condizione
de’
bruti e, talora, lo fanno
trascinano ad essere peggio ancora dei bruti.
IV In un’anima malevola non entrerà la sapienza, e non abiterà in una persona
venduta al peccato.
V
Iddio detesta gli ipocriti,
e tutti quelli che non hanno semplicità di cuore.
VI Lo spirito di Dio è benigno e amante degli uomini, ma non lascerà impunite
le labbra del maldicente e le azioni cattive.
VI Non lusingarti di tener nascosto a Dio il male, perché Dio è testimone
sempre presente: a lui giunge sempre il suono delle tue parole e il sospiro
anche del tuo cuore.
VII Lo spirito del Signore riempi il mondo tutto: tutto abbraccia e conserva.
Egli ci parla anche nella voce delle acque e dei venti: nel sorgere dell’alba
e
nel tramontare del sole: le altitudini dei monti, e
il candore delle navi, i tepori
della
primavera, le messi che biondeggiavano e le uve dorate e la frutta
bellissima tutto
tutto
ci parla di Dio della
grandezza, e bontà di Dio: la voce di Dio è nella luce delle stelle
come nello splendore del cielo e nella fragranza del fiore.
VIII Dio è misericordioso, ma è anche giusto; - e anche nella sua giustizia
Dio è misericordioso: quasi la misericordia sovrabbonda sulla giustizia.
Bada bene, o fanciullo, Dio è giusto ma non è crudele. Tutto ciô che è crudele non è Dio.
E guardati da quegli uomini che fanno Dio crudele: essi sono la negazione di Dio
e si
cop macchiano d’un
ben grave peccato, perché allontanano i cuori da quel Dio
che è Padre.
IX Dio non ha fatta la morte, né gode della perdizione de’ viventi, che Egli vuole
salvi, pur rispettando la nostra libertà.
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Dio ci ha creati per la vita e per l’immortalità, non per la morte.
La morte è un castigo, una giusta punizione.
L’uomo peccando, si tirò addosso la morte, la quale per il peccato entrò nel mondo.
X Non si danna in eterno se non chi, sciente e volente, vuole dannarsi, e muore
nell’impenitenza finale.
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