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.... larga di consolazioni.

 Io capisco bene che è impossibile empire il vuoto che resta intorno a Loro.

 Ma si figurino quello che realmente è, e che la fede di nostra dolce ci insegna:

che essa la buona Sorella sua cioè si trovi fuori dei brevi confini di questa valle di pianto,

e che La rivedremo e ritroveremo in luogo pieno di luce e di beatitudine, dove è la nostra

vera patria.

 Oh felicei chi noi, se in questi momenti coltiviamo questi pensieri.

 Felice l’anima che sa usare delle tribolazioni di questa vita per disingannarsi

pienamente di essa e per dirigere piû direttamente al vero porto della salute il vivere suo!

 Felice chi sa cavare il frutto dolce da questa radice amara!

 Chi sa approfittarne a quel Bene, pel quale si dice tanto veracemente essere buono

il Signore che ci prente prova perché ci ama! e per renderci piû piû santi e piû suoi!

 Del resto tutta la rassegnazione nella perdita dei nostri Cari, per noi che abbiamo

la Fede, non si riduce se non ad un poco di aspettare fin che Dio voglia.

 Ma noi non abbiamo, veramente parlando, perduto nulla, nulla è morto per noi:

tutto vive, o, al più, dorme. -

 Ma conviene, come dico

¨