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[Brani scelti]
Il campo è il nostro pane quotidiano e il cielo, è la nostra anima, è la nostra fede
sopra tutto!
«Italia
semper tentata, nunquam
sed semper fidelis» - disse uno scrittore.
Nella fede e nel lavoro come ne
lla temperanza è la base angolare della moralità
e
della forza morale del popolo italiano, e
della sua grandezza e dignità; e questa triplice
nota è il piû grande conforto, è la salute e la benedizione delle nostre buone popolazioni.
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+ Anime e Anime! Mar de Hespanha il dì 8 /9 - 921
Zelo
- (Rosmini) Anime e
Anime! «Anime! voglio Anime!» dove fu
gridato
vestendo l’abito Chiericale: Anime e Anime! - Ordinazione: Anime e Anime!
Che cosa ho chiesto - Come? Imperatore della Cina avrà più sudditi che G. Cr.?
300 milioni? E quanti sono gli altri? in tenebris et in unbra mortis - Ho sentito gli angeli
piangere una notte sulla tomba di D. Bosco - il sogno del Duomo.
In America: Cercate anime e non denaro - il mio discorso a Don Leme vogliamo
i poveri! - D. Bosco prima di morire chiamò chi? Cagliero.
Oh Salesiani occupatevi incessantemente a salvar anime! era zelo soprannaturale
(Rosmini), nelle persone non vedeva che l’anima (ricco o povero: giovane o vecchio -).
Non cercava che la gloria di Dio - Chi si consacra a Dio e abbraccia lo stato religioso
si vende al Signore - nulla piû deve stargli a cuore che la gloria di Dio e la salute delle
anime. -
Zelo prudente - esatto allo scrupolo - segreto - delicato - nello scrivere.
E nelle prediche? lodava la s. purita come avrebbe fatto un angelo, ma il vizio contrario
non sapeva nominarlo, pareva che temesse di abbruciarsi le labbra, di offendere le orecchie,
ottenebrarci
l’anima. ma era all
L’oratorio era cresciuto, tra le pecore ce n’erano di rognose, allora affidò al dotto e
santo Teol. Borel - che parlasse con prudenti istruzioni sul terribile vizio.
Zelo indefesso, costante sino alla morte - Le cose gli andavano bene? Deo gratias!
diceva - Quid retribuam Domino pro ... Accadeva che a causa delle vocazioni tradite,
delle nere ingratitudini, dell’abbandono di tanti suoi figli e perfin di certi Giuda? Dominus
dedis, esclamava Giobbe, dominus abstulit - E tutto pertudo cominciava di nuovo - come se nulle fosse accaduto - Ho perduto delle anime? ne voglio guadagnare delle altre e
consolare il cuore di Dio - Divinorum divinissimun est cooperari Deo in salutem animarum
(lettere 204 [)]
Zelo per la gioventù - fu l’Amore di Dio.
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[D. Abbondio]
[Tortona]
... uscì fuori in quelle disgraziate parole:«a loro tocca!»
Io La ho pure guardata, nel lasciarla, la Madonna, e Le ho detto, un po’ da birichino
ma non alla Don Abbondio: Senti, cara Madonna mia, adesso Ti ci ho portato a Voghera,
sono più di 100, sono tutte bocche che mangiano...
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[Tortona] 27 Nov. [191]6
ore 6½ del mattino:
Stamattina il Signore mi volle confortare perché mi dessi ad amarlo e servirlo.
Erano forse le 5¼, quando vidi Mg.r Novelli -
Aveva
finito da leggere il Cap.
la Lettura VII di Dogma Gerarchia e Culto
di Semeria ed era sveglio forse da molto, più d’un ora aveva letto e pensato a parecchie
cose.
Il lume era acceso, lo vidi con su un camice bianco e con la corona del rosario in
mano.
Io sapevo benessimo che egli era morto. Non mi spaventò; ma mi lasciò nell’anima
una grande consolazione e pace e desiderio di essere tutto di Dio, d’ora innanzi -
Gli ho parlato ed egli parlò a mè, confortandomi molto a riparare.
Io
ero a letto - perché io, gli diceva, ripetutamente che era troppo
xxxxxx indegno -
Questo non era un sogno comune ma sento che era un ajuto che Dio mi mandava:
questo l’ho sentito subito e l’ho saputo ben distinguere.
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I primi voti canonici furono emessi nella Cappella del nostro Ven.mo Vescovo di
Tortona
e nelle Sue mani: i secondi voti furoo
emessi in Roma in S. Pietro in Vaticano, al
all’altare della Confessione, di sotto, e sempre nelle mani del nostro Eccell.mo Vescovo di
Tortona;
e in occasione della Sua visita ad limina: i terzi voti
furono emessi in Tortona
sempre
nelle mani del nostro Caro Vescovo, alla
nella Cappella delle Carceri, dove Mg.r
Vescovo in occasione che Sua Eccellenza
Reverendissima si era recato a dare la Pasqua ai
carcerati
e là domandai di
emetterli là dove andavo da
da Chierico e ove il Signore mi
aveva
usato delle singolari
misericordie e dove la piccola opera in qualche modo pure ha
cominciato
e per sopra
tutto a significare che intendeva liberissimamente darmi
e dobbiamo darci come prigioniero legato in tutto e sempre ai piedi e ai voleri e desiderî
della Chiesa. ---
Mentre due Angeli facevano da testimonî, e l’Angelo stesso del Papa!
Mi
inchinai profondamente mentre il Papa posava
stendeva la sua mano sulla mia povera
testa,
e io ho sentito sentiva
che Egli mi dava e discende
pronunciare una Benedizione
grande ed essa discendeva da sovra di me e dentro di me, poveretto, ed era una
Benedizione
Apostolica bene grande, grande e consolante e gran
amplissima!
Oh Signore quanto siete buono, o Signore! Tutto sia ad onore e gloria vostra,
o mio Dio!
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[febbraio 1889]
Si sa quanto si vuole (V. Gioberti)
La volontà si richiede non meno dell’ingegno, a far gli uomini grandi e i popoli
famosi. Anzi l’ingegno non è altro in gran parte, che la volontà stessa, e riesce tale
in effetto, quale ciascuno se la forma. Imperciocché, s’egli è vero come è verissimo,
che la natura porge diversi e ineguali attitudini ai varî intelletti, e li diversifica così
di grado come d’indole conoscitiva; non è meno indubitato che le forze dell’ingegno
dipendono grandemente dall’uso che se ne fa e dall’indirizzo che loro è dato.
Mediante un’assiduo e tenace esercizio e un buon metodo, un ingegno infimo può
diventare sufficente; un ingegno mezzano può farsi sommo. Né crede che la natura,
benché faccia gli intelletti ineguali, crei un ingegno sommo; ma penso che quelli, i quali,
vengono onorati con questo nome, siano per molti rispetti frutto della fatica e dell’arte;
tantoché se si fossero negletti e non avessero aggiunta ai privilegi naturali una volontà indomabile, non sarebbero divenuti eccellenti.
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Fratello in G. Cristo!
Carithas! - Mio caro, in questi giorni ho fatto gli Esercizî Spirituali, e sono risoluto
di farmi santo. Se vuoi seguirmi, in una parola ti porgo il gran mezzo con che -
Deo opitulante certamente che ci faremo santi.
Carithas! - il segreto che fa i santi, sta tutto qui: - Charitas! carità, o fratello, carità!
Carità vuol dire amore, vuol dire amore santo e santificante carità è grande e
immenso amore, amore che abbraccia cielo e terra, amore indomabile è foco inestinguibile
ed indomabile che scende dal Cuore trafitto di Gesù e va, e vola, e non vede ostacoli,
e mai s’arresta, e tutto sacrifica e tutto accende, e infiamma tutti d’amore a Gesù
Crocifisso.
Carithas! - E che ti dirò io, o fratello, della carità, se non che ti volga all’altare di Dio
ove essa fa generoso olocausto? E non la senti dal costato di Cristo una voce? è la voce
della carità, è il gemito del Cuore di Gesù che va in fiamme; - è il tuo Signore
che ti grida: - Levati, o figlio, e va - e per ogni anima dà la vita, dà mille vita per un’anima!
Caro fratello, biso a questi accenti pietosi e sublimi del bisogna pur sorgere,
e seguire il nostro Gesù fin sul Calvario, e là, o morire d’amore sulla Croce, o, a’ suoi
piedi, spirare d’amore per Lui!
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