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Villa Moffa - Notte dal 15 al 16 Agosto [1] 916
Si era in un grande paese che pareva il mio paese dove c’era tutta la popolazione
in subbuglio e non si potevano attraversare le strade senza pericolo di essere insultati
e di essere percossi feriti e uccisi.
Alcuni rimasero malmenati e feriti e gridavano e facevano pietà, uno specialmente
sotto il miei occhi -
Vi erano uomini e donne e non si poteva camminare per lo spirito di rivolta.
Eravamo in due, e si doveva camminare per uscire dal paese verso Tortona,
e si
tentò di prendere una via che non fosse troppo
la via Emilia.
Una turba di ragazzacci facevano come anche la rivoluzione contro di noi vi erano
anche
due chierici nostri che ho conosciuti vi
erano Nell’uscire dal paese tutti quei ragazzi
si fermarono come sotto un androne dove due strade comunicavano -
Erano come pieni di timore di venire vicino ma sempre non nostri
e noi eravamo pieni di timore e quei due Chierici che ora sono qui alla Moffa,
mi
passarono vicini a noi avanti ed io provai pena grande e a
chi era con me
e
forse anch’io li sgridai
ripresi un poco meravigliati che fossero in quella compagnia
ma
si temeva anche di essi
alquanto -
Essi si voltarono e non risposero, ma sentî che non erano cattivi. Lì vi era un biroccio con due orfani abruzzesi che ci aspettavano per portarci via, quando ci voltammo indietro
e da verso il paese e proprio davanti e vicino a noi alzando noi gli occhi, ci comparve
Don
Gaspare Goggi bello e sereno vestito da sacerdote, vivente e mi
disse: adesso
ora io godo la simpatia di tutti l’amicizia di tutti.
Ho
poi capito chiaramente
con ciô che egli era felice e viveva
nella felicità:
Ecco qui della regalizia da dare a tutti questi ragazzi, e mi fece vedere tanta regalizia
tutta fatta a lunghi pezzettini da addolcire la bocca dei ragazzi in rivoluzione,
Bisognerà stare attenti che non la soffochino.
Ho
capito che Don Gaspare era non di questo mondo ma
venuto dal Paradiso,
era bella, era molto sovrumano e mite e bello, e scomparve.
Io mi sono subito svegliato, ed ho sentito che questo non era un sogno,
e che veramente aveva un significato morale, e D. Gaspare era venuto a visitarci,
e a
dire che era in Paradiso e che bisogna usarei
molta dolcezza per ammansare i ragazzi,
e che ne avremo tanti che resteremo come soffocati.
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Penso che siano vocazioni.
Sono stato sveglio un bel poco e intanto capivo tutti i significati del sogno
ed ero felice di avere visto D. Gaspare che da moltissimo non vedevo più.
Poi mi sono addormentato ed ho fatto un altro sogno.
Mi
pareva di uscire da una città con una persona ed in
vettura ecco che alzando
gli occhi mi comparve davanti un grande monumento che piû artistico non vidi mai
in nessuno città. Era il monumento di Don Gaspare Goggi -
Allora io venni indietro e andai a cercare Don Sterpi per fargli vedere
che si era innalzato quel bellissimo monumento e che non si capiva come potevano
averlo fatto e solo un grande amico e conoscitore di D. Gaspare poteva averlo fatto -
Quando lo vidi la prima volta mi parve che Don Gaspare fosse in piedi
e vestito da Sacerdote ...a D. Gaspare. E con una vettura siamo andati ed attraverso
le vie di quella città siamo giunti in vicinanza del monumento.
Davanti
vi era una fontana e
vasca di acqua larga come tre volte la nostra
della Moffa ma era tutta di marmo giallognolo come certe colonne preziose che ho visto
a
Roma ed alta fuori di terra circa due
due buoni metri e di forma quasi quadrata davanti
stava
il monumento grande coperto e difeso come da una piramide
tutta di cristallo - il mo
la base del monumento era di marmo molto artisticamente lavorata e
alta forse cinque
o sei metri e andava in su a scalea e il monumento era di bronzo.
Don Gaspare non vestiva da Sacerdote, ma da guerriero di Gesù Cristo
e della Santa Sede e teneva la spada in pugno e a tutto vestito da guerriero antico e crociato
l’elmo in capo, e la sua barba come quando era studente d’Università e un po’ piû lunga
davanti,
ma un qualche due metri
[metri] più in basso vi era un gruppo
di altri prodi caduti
combattenti , erano dei nostri e in piedi, ma non posso dire chi
erano ed erano vivi in atto
di combattere - Più in altro era lui, sereno e caduto, che mostrava la fronte bella da eroe
di
Gesù Cristo ed era caduto come un eroe che ha combattuto ed è là
caduto combattendote
C’Era un’iscrizione molto molto bella che non mi è possibile ripetere
Noi
eravamo meravigliati che
solamente chi aveva conosciuto la forza morale,
la virtù la fede, l’anima di Don Goggi, solo chi l’aveva
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ben capito poteva avere ideato una cosa un monumento così bello e così vero
e così espressivo di tutto ciô che nel suo spirito per la S. Chiesa e per la difesa della fede
è stata la mente, la salvezza di carattere, la santità della vita angelica e la devozione
e l’amore di Don Gaspare per la S. Sede - E l’iscrizione era di chi lo doveva avere
conosciuto molto bene.
Anche D. Sterpi era molto e grandemente commosso e ammirato e confortato -
Monumento piû bello e fino ed espressivo per la fede non vidi mai.
E mi sono svegliato. E durante questo sogno io non ricordavo nulla del primo sogno.
Ed ho sentito che questo 2do sogno è un sogno di ciô che Dio vuole dalla Congregazione in tempo non lontano: che sia un gruppo militante per la S. Chiesa
e per difendere la fede di nostro Signore e un conforto a perseverare nell’attaccamento
alla S. Sede. Ed ho sentito che Don Gaspare stanotte mi ha visitato per grazia del Signore -
E questo ho ben capito da sveglio che Dio voleva dirci questo cose
con quel 2do sogno.
E poi ho fatto quasi subito un terzo sogno: ho sognato S. Sisto II, Papa e Martire,
la cui statua dai tempi del primo Oratorio teniamo con noi. Ed ho capito due cose:
che egli conforta me e voi figli della Divina Provvidenza come ha confortato San Lorenzo
tre
giorni prima del suo martirio e che particolarmente ci assiste. e
E
penso che convenga si
debba rimettere in onore nella nostra Casa di Tortona quella statua
che sta dimenticata in un angolo d’una camera chiusa, e riternerlo
come Protettore
del nostro piccolo Istituto. -
E mi sono di nuovo subito svegliato - Allora pensando a questi tre sogni
che mi parvero avere dello straordinario, mi sono alzato e benedicendo il Signore
e la S. Madonna ho scritto queste righe a gloria di Dio e a nostro conforto.
Sia lodato Gesù Cristo!
Finisco che Don Cremaschi si alza, e suona alla Parrocchia di Bandito,
e voi ancora riposate.
Don Quadrotta finora non ha tossito.
Deo Gratias et Mariae!
Dopo essermi inginocchiato a dare qualche Salve Regina di ringraziamento,
mi pare di scrivere ancora questo sentimento che mi è ora nato dolce nel cuore:
Cari Sacerdoti confratelli consoliamoci perché
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il Signore ha mandato il nostro fratello Don Gaspare a prendere parte anche lui
alle
nostre riunioni e a parla
anche lui ha voluto parlare ha detto la Sua
parola di dolcezza
di maggiore carità coi giovani e ci ha confortato con la sua visita - mentre altri fratelli
sono lontani.
Sia lodato Gesù Cristo e sia benedetta la SS. Vergine. -