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... la Piccola Opera della Divina Provvidenza. I primi regalucci ai fanciulli
di
quell’indimenticabile Oratorio ce
li portò da Vigevano il Maestro Lorenzo,:
Perosi
erano bellissime immagini del Sacro Cuore, che egli aveva avuto da quelle Sacramentine,
in occasione d’un collaudo d’Organo.
L’Armonium, che conserviamo nella Casa di Tortona, è l’Armonium stesso
su
cui suonava Don Lorenzo, l’attuale
Maestro della Cappella Sistina,
ed è un dono
dei Perosi.
Il
loro Padre era di casa da noi: veniva ad
insegnarci la musica
ai nostri ragazzi,
veniva anche a farci la lettura in refettorio a S. Bernardino, mentre noi si mangiava
la
polenta con un po’ di
qualche patatae,
quando c’erano.
Oh bei tempi, tempi eroici,
quando s’andava dormire con gli Angeli in excelsis, (come ci diceva Don Orione),
cioè sotto i tetti.
E non si era schifilitosi, sofistici, ma si studiava, si sgobbava, si pregava e si era
sempre
contenti!
allegri!
Anche
andato a Roma Il Papà del
nostro
Cardinale
(lasciatecelo un po
chiamare
così, anche a Roma era sempre a
Sant’Anna col
nostro Prof. Gaspare
D. Goggi.
In
morte Egli venne assistito da Don Orione, e rimase bello come se x
splendesse
in volto avesse un raggio di soavissima beatitudine.
Don
Orione lLo
accompagnò poi fino all’ultima dimore, a Campo Verano.
E
quando ai Perosi morì la Mamma, e il
nostro Superiore era in America, anche
accorse Don Sterpi a confortare la Famiglia in quei momenti. Ed erano quelli per Essa
momenti ben dolorosi!
Ma della bontà personale del Cardinale verso i Figli della Divina Provvidenza,
che diremo?
Di
Oh quanto, quanto ci sarebbe mai da raccontare!
Durante gli anni del suo insegnamento e Ministero Sacerdotale in Tortona,
Egli
fu confessore assiduo dei nostri giovani e dei
nostri Chierici. E
f
Fu l’amico e il consigliere fedele del nostro Fondatore nelle ore più difficili.
Ci limitiamo al ricordo di un giorno che fu davvero terribile, la vera prova del fuoco.
Visto
che non si poteva toglierci i viveri ne farci morire di fame: visto
che il
fallimento
dell’Istituto non venive. visto che amche s’intende fare il
deserto xxxx xx
Si tentò di tagliarci i viveri, ma non si moriva lo stesso, poiché «non di solo pane
vive
l’uomo: si profeti
volle profetizzare il fallimento dell’Istituto, ma il
falli il mestiere
del profeta è difficile, e il
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fallimento
non venne fallì: si
si tentò cambiar natura e spirito all’Istituto: si incoraggiò
il
disgregamento e la diserzione del personale e che
altro, ben altro ancora.
Che
cosa non si fece per
per schiantare la povera tenda che la
mano
della
Divina Provvidenza? aveva portata in
Tortona?
¨