V058T023 V058P024
+ Anime e Anime !
Roma, il 26 ottobre 1915
Eccellenza Rev.ma, [Maestro di Camera di Sua Santità]
Sono qui per ottenere dal Governo di poter tumulare
la salma venerata di don Guanella nel recinto di un suo Istituto a Como,
e qui mi giunge la sua benedetta lettera.
Scriverò breve per la pochezza del tempo.
Accetto le due figliole penitenti tra le mie suore, delle quali forse le ho parlato
forse qui in Roma.
Vostra Eccellenza, dunque, le può mandare quando crede a Tortona,
con una lettera a don Sterpi, dove senz’altro dica che sono già accettate in Domino
per la Casa di San Bernardino.
Codeste
figlie non dicano donde vengono, lo lo
so io, e basta è
fin troppo.
2/ Le pere di Bra furono spedite, credo, prima della mia lettera,
che dimenticai in tasca, - e quindi mi meraviglia come non siano arrivate.
Speriamo
3/ che la che giungano,
perché diversamente ne
manderò altre -
3/
Amerei che Iatì avesse due cose a)
pregasse di più,
b) avesse più spirito di sacrificio c) e fosse più umile. Se scriverà ancora a v. Eccellenza,
la pregherei di una sua parola a lui in merito a queste tre note.
4/
Una gentildonna che vuole di
qui (la Principessa di Venosa)
diede
L. 50 per quel sacerdote di un
disgraziato.
Egli ne fu tanto contento
Ora si fanno pratiche per farlo entrare al Policlinico a curarsi il braccio malato
Spero che la Divina Provvidenza farà di più, se egli di più pregherà.
I
figlioli di Avezzano mi furono ho
dovuto lasciarli per mancanza di personale.
Ne ho una trentina sotto le armi. Ho già dovuto chiudere una Casa a Reggio Emilia. [Colonia di Monte Vangelo a Ventoso]
Jeri
mi sera mi morì a
Sanremo don Tasconi, che fino ad agosto
fu a
Cassano Ionio, - ottimo un
angelo sacerdote di 28 anni
e cresciuto tutto nella Provvidenza.
Ho don Pensa, già (cappellano al fronte), a Thiene,
malato
che di ogni altro en con
più di 39 gradi di febbre. Ne ho un altro ferito,
e di tre non ho più notizie da qualche mese.
¨