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         Tortona, il 15 Giugno 1928

         Festa del Sacro Cuore di Gesù


 Eccell.za Rev.ma,


 Ho ricevuto la venerata lettera di vostra Eccellenza, che ha la data del 12 corr.

 La Manfredi Anna non ha mai appartenuto a Congregazione dipendente da me;

essa, sino ad alcuni mesi fa, era suora dell’Istituto della rev.da madre Teresa Michel,

che ha sede centrale in Alessandria.

 Il Signore mi ha dato di poter prestare qualche ajuto morale

alla rev.da madre Michel; e le sue suore sanno che ho predicato loro più volte gli Esercizî,

ond’è che la Manfredi credette forse bene farsi passare presso vostra Eccellenza

per mia suora, facilmente essendo venuta a conoscere la benevolenza sua verso di me.

 Inutile dirle che io ignoravo questo, - e non lo avrei permesso,

anche perché di essa, - che conoscevo - non ebbi mai stima quale suora, -

mi pareva che non avesse che l’abito da suora. Si chiamava suor Bernarda,

ed era una faccendona, piena di sé.

 Fu dimessa dall’Istituto religioso, cui apparteneva,

per gravissime ragioni d’indole delicata, ragioni che la detta ex suora ben conosce,

e che nel Vercellese - dove essa era - «sono ormai nel dominio pubblico»,

come è detto in una lettera, che la Curia Arcivescovile di Vercelli

inviava il 30 maggio 1928, alla stessa Manfredi Anna, a via Arena, 6 Bergamo,

presso la sig.ra Teresa Manfredi (sorella) ved.va Prestini, -

diffidandola a non più questuare per l’archidiocesi di Vercelli,

«abusando di un abito religioso che non più le appartiene»,

essendo stata allontanata dalla sua Congregazione.

 Essa, infatti però, aveva, prima, lasciato effettivamente l’abito,

e restituitolo alla rev.da Michel.

 Dopo, per sottrarla al disonore, fui pregata dalla Michel

di darle ricovero in una specie di Piccolo Cottolengo che tengo a Genova.

E là stette circa un mese, in abito non da religiosa. Passai a visitare quella Casa,

e venne a parlarmi, e la ho confortata a mettersi bene. Ma, dopo, venni a conoscenza

che essa aveva manifestate certe cose sue, e capî che, non avendo testa,

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presto tutta la Casa sarebbe stata piena di notizie non edificanti;

allora le ordinai di ritirarsi, e le dissi di andare presso la sorella, che ha a Bergamo,

dove già era.

 Mi rispose che non poteva, perché c’era pure sua madre

e non si sentiva di darle il dolore di non vederla più in abito religioso:

la buona vecchia ignorava tutto.

 Mi fece vedere lettere di certi suoi parenti, - pure Manfredi, - residenti in Isvizzera,

che mi disse essere gente molto religiosa, cattolica, senza figli, senza gioventù in casa,

molto benestanti; essi la invitavano, e, anche per curarsi la salute,

inclinava a ritirarsi presso di loro.

 Ricevuta la lettera di vostra Eccellenza, mi sono jeri portato in Alessandria

a conferire con la rev.da madre Michel. Questa religiosa, che conosco da oltre 30 anni,

mi parve sempre un’anima piena di carità e umilissima.

 La caduta di suor Bernarda fu per essa un indicibile dolore. La ex suora

continua a scriverle come a una madre, e tale fu per essa. ho Ho letto jeri una lettera

che ha la data del Corpus Domini, e che sarebbe, per sé, una buona lettera.

 Non dice che veste da suora, ma che fa da infermiera: che prega,

che segna il Rosario in chiesa, che si adopra a convertire qualche protestante,

ma che le riesce difficile, non conoscendo il tedesco.

 La rev.da m. Michel ritiene che, chiamata, non avrà difficoltà di deporre

qualunque abito avesse parvenza di abito da suora.

 Teme che, presa di fronte e forte, dato lo stato d’animo esulcerato e la poco testa,

possa uscire in escandescenze scandalose.

Essa La ex suora dice che fu presa a tradimento, fatta uscire dai sensi

e violata da un sacerdote, che occupa un posto molto in vista nel Biellese.

Per sottrarla alla vergogna e a pubblicità, sarebbe poi stata indotta

a far perdere la creatura che doveva nascere.

 Perché vostra Eccell. rev.ma possa meglio regolarsi,

ritengo doveroso manifestarle tutto quanto so, affidato alla ben nota sua

delicata prudenza.

 Perdoni quindi la prolissità della presente, - e nostro Signore la conforti,

facendole giungere lettere di ben altro tenore e piene di consolazioni spirituali.

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 Ed ora la vorrei pregare di una grande carità. Avrei bisogno, -

se così piace alla Divina Provvidenza, - di avere una Casa in Isvizzera.

 Ne ho in America, in Terra Santa e in Polonia: ho una proposta, anche buona,

in Francia, ma sono punti o troppo lontani o poco sicuri.

 Vostra Eccellenza nella sua saggezza, intende meglio che io mi esprima.

 Pregherò e farò pregare; e vostra Eccellenza veda in Domino

se mi potesse agevolare a piantare una tenda in Isvizzera.

 Pel momento non c’è proprio molta urgenza; ma ...... basta:

Comunque tutto in Domino, se e come a n. Signore piace. E Deo gratias!

 Le bacio con venerazione il s. anello: mi benedica: preghi per me,

che Le sono in Corde Jesu e nella santa Madonna dev.mo servo


           Sac. Orione Luigi


 P. S.  Siccome ho dovuto fare, con la ex suora, una parte molto forte,

quando la allontanai da Genova, ed essa si ritiene da me come perseguitata, -

così gradirei che essa ignorasse che ho scritto io.

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