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Roma [Via Sette Sale], 27 Giugno 1939
[A.] XVII
Cara Eccellenza,
Sono tanto grato a v. Eccellenza dei graditi augurî più delle preghiere.
Il Signore voglia ascoltare i voti di ogni bene e di molte consolazioni,
che anch’io faccio per vostra Eccellenza rev.ma: Che lo Spirito Santo
sempre la assista a combattere la buona battaglia della verità nella carità,
sì che, scelto tra gli uomini e costituito a loro vantaggio nelle cose che riguardano Dio
e la chiesa, sia ogni dì più, il grande servitore, maestro e padre del popolo
che la Divina Provvidenza le ha affidato.
Tempo fa è passato da Roma un grande e colto prelato,
e
come una freccia m’hanno passato
trafitto il cuore la
espressione le sue
parole
d’un buon cristiano che pare lo dovesse conoscere, il quale disse di lui:
che
peccato! quando morirà, pur
troppo, nessuno, pur troppo lo piangerà!
Speriamo
che sia non sia!
E non per vanità, bensì per la gloria di Dio e il bene delle anime.
Ma preghiamo che tutti abbiano a commuoversi e a piangere,
caro
Eccellen quando io e vostra Eccellenza passeremo, e
specialmente i poveri,
e
i peccatori, gli orfani e che nelle loro lagrime
splenda la luce del Signore
¨