V058T109 V058P118
Eminenza Rev.ma,
Chiedo scusa di rispondere solo ora alla venerata lettera
di
vostra Eccellenza rev.ma, che porta il n. 143/21 e che
riguarda il sac. Camillo Gorani.
Questi è stato mio alunno e poi chierico di questo Istituto.
Lo
dovetti poi, con dolore allontanare per gravi motivi
e delicati motivi,
e dopo averlo esperimentato di una doppiezza e scaltrezza a tutta prova.
So
che eser f Fatto sacerdote in
diocesi di Ba so che era molto dedito ai negozî
secolari,
e
che dovette pri ultimamente
fuggire di dove era parroco,
ma i
veri motivi veri di
questa fuga li ignoro non
so.
Il sac. Francesco Milanese, arciprete di Molino dei Torti, in diocesi di Tortona,
parroco
del ori paese di
origine del don Gorani e suo benefattore, da
fanci mando
me lo condusse fanciullo mi scriveva di lui il 25 febbrajo la lettera che unisco,
e
che, per più facile intelligenza mando anche trascritta
per dattilografata
nella parte che si riferisce al don Gorani.
Avverto che la sorella del don Gorani, di cui si parla nella lettera,
ora
è quella che abitava con lui, e che egli faceva
andare vestita da gran signora,
sino
al punto da a suscitare
gravi e disonorevoli dicerie al riguardo.
Di
automobile Per andare al paese suo poi non occorreva
prendere
che si prendesse un’automobile, perché già vi è la corriera,
ed
essendo egli figlio di
povera famiglia la cosa si
comprende come
non
doveva dovesse la cosa
fare buona la migliore
impressione.
I
Quando poi seppi
che Mg.r Albera aveva accolto
incardinato in diocesi di Mileto
il
Gorani, io lo lo
avvertî Mg.r
Albera e lo pregai di non fidarsene;
ma Mg.r Albera è un po’ cieco sul Gorani.
Questo
dico con ogni riservatezza, e col dolore
timore
che
gli prepari dolorose
sorprese.
¨