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 +       Anime e Anime !

        Tortona, Piccola Casa della Div. Provv.za

        il 6 Maggio 1921


 Eminenza Rev.ma,


Mando a vostra Eminenza Come è desiderio di v. Eminenza

mando co copia conforme della Convenzione scritta

che esiste tra la Badia greca di Grottaferrata e i figli della Div.na Provvidenza.

 Essa venne, a suo tempo, approvata dalla Curia vescovile di Frascati

dove pure ne fu depositata copia.

Come Vostra Eminenza rev.ma potrà facilmente constatare,

che detta Convenzione da parte della Badia non è per anco osservata, dai Monaci,

e, dopo quanto già è avvenuto e le loro non ancora mantenute promesse,

oramai ho mi pare di dover avere poca fiducia che sarà osservata anche per l’avvenire.

a A Grottaferrata Io non potevo mettere sacerdote più calmo, più prudente

e remissivo del don Antonio Tricerri, che sacerdote di buono spirito e zelante

che vostra Eminenza conosce da lunghi anni. Egli come A me premeva

mettervi tale un religioso che non urtasse con i monaci, E, infatti anche il padre Priore

don Sofronio, priore di Grottaferrata, ebbe a dirmi, che il don Tricerri

mostrò si mostrò sempre pieno di ogni ossequio al Monastero e la più grande prudenza

e al massimo condiscimente verso dei e condiscendenza con i monaci.

 Ma, ciò non ostante, noi abbiamo le mani legate e peggio! -

c Come chiaramente chiarissimamente risulta dalla Convenzione

«l’Amministrazione spirituale della parrocchia di Grottaferrata»

fu ceduta ai noi figli della Divina Provvidenza, e quindi il don Tricerri,

o qualunque altro della nostra Congregazione in sua vece, non è un vice-curato qualunque,

o un servo dell’Abate del Monastero, per quanto riguarda

l’Amministrazione spirituale della parrocchia. La cura effettiva delle anime

è stata è dal 30 marzo del 1919 che fu a noi affidata,

e solo noi ne siamo ora i veri i direttamente responsabili e davanti a Dio

e davanti al Vescovo diocesano di Frascati. - Io Sempre io l’ho sempre intesa così,

e così l’ha intesa la Curia di Frascati, e ritengo che questa e non altra sia la veramente

della S. Congregazione mens della s. sede e la vera volontà del nostro S. Padre.

 Invece, si è ridotti che non si può proprio fare far nulla,

oppure bisogna rompere la fraterna carità con i monaci.

 Eminenza, lo creda: la nostra è una posizione dolorosissima!

Ma ciò che fa veramente pena è che ne va di mezzo il bene delle anime.

 Non voglio no fermarmi sui alludere ai diritti di stola, che sono solo sulla carta,

della Convenzione perché (vostra Eminenza saprà che fu il funerale dell’avv.to cav.r

i funerali dei ricchi i monaci li vogliono fare in rito greco,

anche contro la volontà dei defunti e loro parenti come nel caso dell’avv.to cav.r Taulogo


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si volle assolutamente farlo in rito greco malgrado le proteste dei parenti:

saprà che a fin per lo benedire alle delle case, per la Pasqua, dalle famiglie dei Signori

vollero alle Case dei ricchi, vollero andare i monaci, ma ciò che fa veramente pena

è che ne va di mezzo il bene delle anime)

ma Ora io penso: ma perché dovremo restare a Grottaferrata,

nello contrario in uno mentre vi è tanto spirito di ostilità e così ostile a noi o al rito latino

se si è e e sempre con col pericolo di rompere la carità di Gesù Cristo?

 Perché restare là, nella impossibilità forzatamente inerti,

senza libertà di poter lavorare e senza libertà di azione, a fare del bene,

mentre altrove c’è tanto bene da fare tante anime di gioventù da salvare?

c’è tante anime da salvare?

 Non sarebbe meglio che ci ritirassimo silenziosamente, chiedendo perdono a Dio

dei nostri peccati, e baciando umilmente le mani e piedi dei monaci?

Anziché i I Santi non ci hanno dato l’esempio che piuttosto che rompere la carità

si allontanavano?

 Ma P pensi, Eminenza, che, pur nella festa di S. Pietro Martire,

Santo Domenicano e di rito latino tutto latino i monaci,

non solo hanno voluto fare che la solennità fosse tutta in rito greco,

benché fosse la festa patronale della parrocchia, poiché essi festeggiano già San Nilo -

ma di più al don Tricerri, che ha il quale che anche in forza della Convenzione

da essi firmata è l’amministratore spirituale della parrocchia,

della quale di cui quella era la festa patronale fu vietato di andare in processione,

ed avendo lui poiché egli aveva già indossata la cotta, l’abate glie la fece deporre,

e lo fece restare in chiesa. E questo non è tutto.

 Ora assolutamente non voglio permetterò, ajutandomi la carità grazia del Signore,

che i miei rompano la carità. altri faranno sempre meglio

di noi Ma vostra Eminenza ci benedica ci dia la benedizione

e ci lascî partire venir via da Grottaferrata, in pace e carità con tutti,

e nostro Signore ci benedica tutti!

 Bacio con profonda venerazione la s. porpora, e sono di vostra Eminenza rev.ma

dev.mo ed osseq.mo servitore in Gesù Cristo e Maria SS.


        Sac. Orione Luigi  della Div. Provv.za


 Il S. Vangelo parla chiaro: se non vi accettano in una città andate in un’altra.

Io poi penso che altri faranno sempre meglio di noi e per questo pregherò di cuore

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