V058T125 V058P136



 [+]         [Tortona,] 10 Marzo 1932


 Eminenza Rev.ma,


 Riferendomi a venerata lettera di v. Eminenza in data 22 sc. febbrajo,

n. 665/31, chiedo mille scuse scuse pel ritardo, e mi è gradito dare informazioni buone

dal lato morale circa il.

 Del sacerdote Augusto Sampaoli, per il quel periodo di tempo

che egli rimase aggregato a questa Piccola Opera,

mi è gradito poter dare buon informazioni quand morali quanto a moralità.

Egli era già parroco di Marsciano, in diocesi archidiocesi di Perugia,

e vi godeva di un ricco beneficio, ma il denaro non gli bastava mai,

forse perché non sapeva mai dire di no a nessuno - Di scandali pare non ce ne siano stati,

ma la sua non era la vita del vero buon prete pio e zelante, - era più un buon borghese

che sacerdote.

 Così me ne parlava anche sua Eccell. rev.ma Mg.r Beda, già suo Arcivescovo,

che un giorno usciva, nel raccomandarlo, il quale uscì a dire: «quel povero don Sampaoli

è stato ha cuore, ma per la parrocchia è un disastro, è dev’esser stato ordinato

senza che avesse vocazione».

 E il don Sampaoli E finì col trovarsi oberato oberatissimo di debiti

da non poter più reggere e il bene suo e delle anime esigeva che facesse un taglio

e si ritirasse.

 Lo conoscevo da tempo, e l’ho con fu indotto ad andare

dal suo Arcivescovo Superiore e a rinunziare alla parrocchia,

il che egli fece con edificazione del suo Arcivescovo, Mg.r Rosa,

che lo trattò molto paternamente.

Ma In diocesi però non poteva restare, e sua Eccell. Mg.r Rosa

me lo raccomandò vivamente. Egli venne, con lo accolsi, e, in un primo tempo,

mostrò ottime disposizioni.

Poi Un giorno però mi disse che aveva bisogno di andare a sistemare certi interessi,

poi ho dubitato che qualche persona, che starebbe a Firenze, me lo distogliesse;

già m’era stato accennato vagamente ad una persona di residente a Firenze.

 Però non ho potuto accertare nulla.

Ho pregato ed ho pensato Riflettuto e pregato, pensai di fargli cambiar aria,

mettendovi mettendo di mezzo il mare.

 Dopo gli Esercizî Sp.li gli ho proposto proposi di mandarlo in un paese nuovo

come in missione, dove avrebbe potuto redimere il tempo e farsi dei meriti. Accettò,

e il 30 luglio del 1930 partiva con tre sacerdoti religiosi per l’Argentina.

L’ho destinato in una borgata, dove era in compagnia di ottimi sacerdoti

e con un Superiore stimatissimo da tutti.

            V058P137


 A principio fece bene, poi cominciò a non sempre attendere alle pratiche di pietà

e all’orazione e il fervore diminuì.

 Però si mostrò sempre obbedientissimo, e gra e nulla c’è ci fu a dire quanto a serietà

di vita e moralità di vita.

Io s Spero che andando in America tornerà finirà di tornare da noi, -

forse l’ho trascurato troppo e mi sento in colpa.

 Senza nulla dirmi, si trovò intese con sua Eccell. rev.ma Mg.r Vescovo di Tucuman,

e, dopo, e mi scrisse, dopo, che, stando da noi non voleva

temeva di essere come di disagio.

¨