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Ricevo la gradita lettera di v. Eccellenza e vivamente la ringrazio.
A riguardo delle suore Zelatrici delle quali le parlò Mg.r Vescovo di Pescina,
Le dico che sono stato io, per assecondare i desideri di sua Eccellenza rev.ma,
a
far tornare dette suore per gli or ad
ajutarmi per gli orfani.
Quando il Patronato creda di approvarle non troverà in me alcuna difficoltà,
io
sarò anzi lieto, se mi sarà dato di concorrere a
togliere se ce ne sono toglierle.
Ecco
tutto ciò che penso, e
ciò che voglio fare, col divino ajuto,
con
per vivere nello dello
spirito di Gesù Cristo.
Che
se altro vostra Eccellenza mi può
suggerire volesse crede
suggerirmi,
a
risolvere il dissenso di cui mi scrive, io le sarò
assai grato.
Nulla ho desiderato di più nella mia vita che di essere figliolo umile
e
fedele della santa chiesa e dei Vescovi, che
sono i padri della mia fede,
anche
in tutto ciò che non
si riferisce alla dottrina e alla disciplina cattolica.
Così
mi pare di aver ben
fatto sapendo la consapevole
della mia debolezza,
anche
col con questo
Veneratissimo Vescovo di Pescina, però, vorrei sapere,
ove
avessi ho mancato, per
riparare.
Io
voglio essere sacerdote tutto intero
Io
mi sono dato per divina grazia
a Gesù Cristo e alla chiesa,
e
voglio essere loro tutto di
Gesù Cristo e della chiesa intero e vo
e sul serio:
io non bado a ciò che egli può aver detto; solo ringrazio la Divina Provvidenza
ogni qualvolta mi avrà dato di annichilire il mio amor proprio
e tutto me stesso ai piedi di un Vescovo della mia santa chiesa,
come
ai piedi di qualunque mio più
piccolo fratello,
verso del quale avessi mancato di carità.
Così e la SS. Vergine mi ajutino!
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