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Eccellenza Rev.ma,
Quando, a Roma, ebbi il conforto di intrattenermi con v. Eccell. rev.ma,
Le promisi di passarle una lettera ricevuta dalla madre Michel,
perché ella potesse meglio conoscere lo stato delle cose al Brasile.
Ma
poi io ho dovuto andare
in Sicilia, chiamato d’urgenza
ad assistere un mio sacerdote che poi mi morì.
Mando
ora, qui un acclusa, la
lettera promessa che di
cui le parlai
e la
prego poi vorrò con
suo comodo di rimandarmela.
Tornato
qui E passo ad altro.
Tornato
qui trovai una lettera del don Carlo Alferano fin dal m
Maggio.
che
Egli insisteva nello stesso proposito di ritirarsi
in una Casa della Divina Provvidenza per ajutarmi a fare del bene alla gioventù più povera
e abbandonata.
Io
non neanche gli ho
risposto; ma egli andò non poi
non so quante volte,
da
don Zanocchi, in Alessandria; ma a
questi avevo avuto ordine dato
ordine di lasciare trattarlo
con carità, ma in modo da non evasivo.
Ma
un giorno Uno di questi giorni però mi capitò qui,
sempre ad insistere,
ed
io gli ho poi
detto finito di dirgli che si rivolgesse ad altri;
che comunque,
facesse
prima un buon corso di santi Spirituali Esercizî,
ma gli ho proibito
di venire nei nostri Istituti, ma di andare a farli dai Gesuiti o da altri religiosi
di
buono spirito dicendogli e che
io neanche volevo conoscere dove andasse:
che secondo il consiglio che avrà si regoli e che in caso,
se ne aprisse con v. Eccellenza rev.ma; di consigliarsi,
ma
non con persone del mio Istituto, e che
poi si aprisse leggesse si attenesse
attenendosi sulla vocazione, alla dottrina più sicura di San Tommaso
e di S. Alfonso M. de Liguori, che se fosse stato consigliato a venire con noi si aprisse con v. Eccellenza rev.ma
Tanto per sua regola.
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