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 Veneratissimo Monsignore,


 mi permetto di dirvi tutto quello che sento di questo sacerdote:

c’è nel cuore di lui un’eccesso di sensibilità che la grazia non ha ancor potuto vincere,

e che guasterà tutta l’opera della verace conversione e della Divina Provvidenza,

se questo uomo non medita e non dice l’ufficio D divino e non prega:

finora invece nulla di tutto questo.

 [Capisco] che il cuore amaro di questo prete sanguina ancora molto umanamente, -

ma Gesù può bene cicatrizzarne le ferite: preghiamo.

 Confido a vostra Eccellenza questi miei timori, perché‚ v. Eccellenza

voglia comunicarli al canonico amico suo

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