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Caro e venerato Monsignore,
Ho
ricevuto la sua ultima, sempre cara
lettera, benché tanto dolorosa lettera.
Non
risposi subito per darmi attorno, ed ho
giurato e mi sono fermato da queste parti
di
più anche per questo, nella speranza di poterle scrivere in modo da
accontentarla e,
in tutto o in parte almeno, vedendo se mi era dato trovare altrove
come rimediare agli impegni assunti.
Ciò non mi è finora riuscito, ed ora sento che non devo più tardare,
dopo il bene che ella mi ha fatto, a scriverle, anche perché ella non pensi male
del mio silenzio.
Non sarà mai, caro Monsignore, che io volessi affliggere il suo cuore,
anzi ella non può comprendere quanto la sua ultima mi riuscì di profondo dolore.
Pazienza! Dio lo sa, e confido che nostro Signore
darà
anche a Lei, Caro Monsignore vostra
Eccellenza rev.ma modo di comprendere,
ora o più tardi, come io mi potessi trovare dopo avere tutto disposto,
e
come mi trovi ora tuttora.
Mi teneva e mi tengo ancora dentro di me sicuro che ella vorrà ben comprendere
la
mia situazione, e non farmi fare far
brutte figure certo che la Madonna SS.
la
compenserà di questo, più che della generosa offerta
che mi fece, benché tanto generosa
Ella sa bene che la carità di nostro Signore ci urge,
ed io non aveva in mano la sua offerta, che già aveva disposto di essa,
sicurissimo sulla sua venerata parola.
(Mi)
trovo quindi con impegni gravissimi e quindi in quale
Ne parlai anche in Savona al direttore dei Salesiani, di dove le mandai la lettera
a
Lei e anche a Mg.r Daffra a Ventimiglia.
Lei
Ella del resto à visto come io Le ho scritto
chiaramente da Messina
chiaramento,
di tutto venti e più giorni prima: come ho parlato
chiaramente con lei
quando
fui lì. E tutti sanno
che il denaro o non passa per le mie mani,
o
non vi si ferma un’ora neanche
un’ora, ma va subito a destinazione per le opere di carità
in
garanzia o a pagare
pagamento di debiti già fatti
contratti per esse
per
queste opere santa stesse io mi sono messo di opere Così le sue
cambiali io non le o in garanzia per le opere da o in garanzia di
esse per avere danaro le opere per il bene da farsi
Lei mi diceva più, se più era possibile, nelle mani della Madonna,
e ora La prego in visceribus Christi di togliermi da queste pene:
ne parli pure coi suoi sacerdoti, che erano presenti e ai quali io ho accennato
e
anzi detto chiaramente
perché era venuto: ne parli col suo Ven.mo Vescovo,
e, se vuole che ci vada a parlare io, in Acqui, ci andrò; ma mi tolga da questa pena
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che lei mi dà e di averla afflitta, mentre mi pare, anche scrivendole
di averla trattata con tutta la riverenza che meritava,
e di averle parlato sempre chiaramente con ogni confidenza e col cuore in mano.
Io devo partire, e come rimediare, se vostra Eccellenza insistesse?
le ripeto: io ho fatto, in tutto questo tempo, quanto era in me, e non voglio affliggerla,
ma finora Iddio dispone che non vegga via di uscita.
Intanto
però le dico che le cambiali non sono ancora scontate: nessuna
nessuna;
neanche
per quella somma, quella che eravamo d’accordo
che
io poteva esigere subito in garanzia. Il Signore sa quanto ho penato
per le sue lettere,
ma
sia benedetto il nome del Signore! - Credo che il sapere che esse
(nessuna
neanche
le 5000 che subito eravamo d’accordo di poter esigere) le farà
piacere
Le ripeto: ho fatto, in tutto questo tempo, quanto era in me,
e nostro Signore e la Madonna SS. sanno che non solo non voglio darle alcun dispiacere,
ma esserle grato per tutta la vita e pregare per lei; ma finora Iddio
dispone che non possa avere altrove quell’ajuto
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