V058T153 V058P161



 Caro Monsignore,


 Mi spiace di non poter venire in persona,

perché tra qualche ora devo partire per Avezzano.

 Dopo che io venni a casa loro, partî, quella notte stessa per Tortona,

dove arrivai alle 15 del venerdì successivo per riposare ripartire il dì seguente,

cioè sabato mattino per Roma.

 Ma intanto trovai a Casa Tortona una lettera di suo fratello,

che non mi parve serena. poiché Io parlai ad Americo come dovevo

e gli dissi comandai come avevo promesso a lei. di partire con me

 Don Sterpi era assente, e solo lo vidi vedemmo pochi minuti alla stazione

perché mentre io ripartivo per Roma ed egli giungeva da Sanremo.

 Trovai Americo molto freddo con me; e forse sospettoso,

e si chiuse in una specie di mutismo.

 Credetti di non doverlo prendere alle cattive, come eravamo rimasti d’accordo

con sua mamma e con lei.


ornmai è i

 Quindi non lo castigai. Dissi però a don Sterpi di persuaderlo alle buone.

Poi N Ma dopo che venne suo fratello e Attilio, ed ho riferito tutto

ma non dissi che la lettera mi fece dispiacere.

 Ma poiché ho capito che la famiglia vuole addossarmi delle responsabilità

e che è impressionata dello stato di salute del figlio, io ho dato ordine a don Sterpi

di farlo portarlo a far visitare da una celebrità dal celebre medico prof. Cantù,

che è professore alla R. Università di Pavia, e le mando la qui unita dichiarazione

per loro tranquillità.

¨