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[Venezia,] 20 Febbr. 1926
Mio buon padre in X.sto, [Grassi]
Ricevo la venerata lettera, di v. Eccellenza rev.ma qui, dove mi trovo da stamattina.
Volevo
venire a Tortona, ma son corso qui al
letto di un carissimo sacerdote,
don
Luigi Piccardo, che è malato
grave, che mi dà molto a temere.
Facilmente dovrà essere operato, perché ha un rene che non funziona
ed emette sangue.
È giovane di 27 anni, è vero, ma, figlio ad un avvocato,
è
di complessione
costituzione piuttosto delicata. E per la piccola Congregazione
sarebbe una ben grave perdita, perché, per pietà e cultura, è dei migliori,
ed
ha anche per altre
buone qualità doti.
Avevo riposto su di lui tante speranze,
e lo
avevo dato a don Sterpi e a don Pensa, perché
affinché me lo formassero.
Preghi un po’ che Dio me lo lasci!
Sono
tre fratelli: li Dio me
li ha presi dati dalle
macerie del terremoto:
sotto cui erano morti i loro genitori, il secondo fa scienze e il terzo
lettere
all’Università di Padova; e anche il don
Luigi che è il primo malato
ha
due titoli all’insegnamento. Non
hanno più i genitori
per
loro la Divina Provvidenza è tutto.
Stanotte ci è morto qui un caro fanciullo probando! Ma ai primi dell’anno,
ho
s in un sogno strano ho visto cadere tante foglie
bianche
Eppure,
o mio buon padre, io ho
tanto dolorosi presentimenti per quest’anno
annata.
Non
Son ridotto, per la mia aridità che non posso quasi
più pregare,
ma
vado con l’anima supplicando gemendo
e mi getto in ispirito tutti
i giorni
e
più volte al giorno in ispirito davanti
al Signore supplicandolo a colpire me,
ma
a colpire me ma ad avere misericordia di
tanti poveri miei che mi sono più cari di me. di me e della
povera Congregazione.
Per altro sia fatta oggi e sempre la santa volontà del Signore!
Ho
letto di che p.
Genocchi che ad un
discepolo e confratello disse press’apoco
cosi:
«Non
c’è di veramente importante altro
che questo che: fare la santa volontà di Dio,
vivendo e morendo»
Nella sola giornata di oggi ho ricevuto due espressi da Roma, don Giulio Pelizza,
già malato d’influenza e in via di miglioramento, ora sarebbe ricaduto con bronchite
e principio di polmonite.
Dio sia benedetto!
Non so quindi se verrò a Tortona o se tornerò a Roma.
Ho
sentito viva pena pel
dispiacere avuto da dato
a vostra Eccellenza
per
quello che Paolo proto
del «Popolo» ha pubblicato.
A
meno che qualcuno che non
si voglia, con piccole
punture far scontare
a v.
Eccellenza di i su la
libertà evangelica del Card. Agliardi Ma
sarebbe ben doloroso!
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Io
n Non ho letto quel numero del nostro giornale
diocesano;
però
anche a Roma lassù
dovrebbero ben comprendere: che ciò
che muove certa gente
non
è già zelo secundum scientiam S.
Christi, bensì mal animo,
e
o ambizione di mettersi in vista e di salire.
Non
è spirito di Dio, n No, quello non può essere
spirito di Dio:
Dovrebbero
Se era vero zelo - Perché andare a Roma e non
rivolgersi al Vescovo?
E
anche i nostri cari e veneralissimi Superiori di Roma, se sanno chi è
il
Se il denunciante non era un anonimo, avrebbero, mi pare, dovuto dirgli
di
rivolgersi a vostra Eccellenza. E se era
un anonimo perché
dargli tanta importanza?
si giudicava da sé.
Ma, coraggio nel Signore! viene poi, o mio buon padre, il Paradiso che pagherà tutto;
ed
del resto è già tanto dolce poter patire qualche
cosa con Gesù crocifisso.
Ricordo di aver letto, nel Capecelatro, che il Ven.le p. Ludovico da Casoria era solito dire:
«Gesù Cristo e la s. chiesa si amano e si servono in croce, e chi non li ama
e
non li serve in croce e crocifisso di amore
carità, non li ama e non li serve affatto».
Quanta luce di Dio da queste sante espressioni e quanto conforto!
E anche quanto dolce amore alla santa chiesa di Roma, alla madre chiesa!
Quanto
bene esse mi hanno
fatto.
Mi perdoni, Eccellenza, se, d’inginocchio, oso dirle:
possano
esser esse essere di
qualche conforto anche al cuore di vostra Eccellenza rev.ma
in
certe nelle pene più intime e
tanto che son sempre le più sentite.
Le bacio con devozione e amore di umile figliolo il sacro anello,
e la prego di benedire a me e a tutti questi e agli altri miei
Con profonda venerazione sempre suo in Gesù Cr. e nella santa Madonna
Sac. Orione dei figli d. Div. Provv.
P. S. Tante e tante cose fraterne a don Francesco.
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