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 [+]        [Tortona, li] 10 Maggio [190]1


 Mio carissimo don Gamaleri,


 Ho ricevuto la tua consolantissima lettera,

e proprio in un momento che mi ha fatto del bene. Dunque io ti darò del tu,

come mi comandi, benché senta una fin vergogna di fare a far questo

ma sia fatta la tua volontà.

 Quanto la tua lettera mi ha fatto piacere sentendo dicendomi che Monsignore

e tutti si mostrano soddisfatti del Convitto dell’andamento del Convitto,

e del lavoro del nostro caro don Sterpi, altrettanto ho sentito vivo dolore

poiché non so come possa fare a dirti di sì per circa la permanenza di s Sterpi a Sanremo.

 Ora vedi, ormai noi l’Opera ha bisogno di un noviziato regolare

e io non so a chi affidare questo il delicatissimo incarico di formare all i novizi meglio che

se non a don Sterpi. Qui il Vescovo non ammette più agli ordini nessuno

se non ha fatto il noviziato.

 Il nostro povero e santo Vescovo avrebbe bisogno di avere attorno

gente che lo calmi nel suo naturale già subito e un po’ ardente, e non dei di caini

che lo attizzano e lo infiammano alle sùbite procelle che tante volte,

abbattono amaramente il cuore e distruggono in un baleno il lavoro faticoso e paziente

di tanti anni!

 Vedi, ora un mese fa sono stato dal Rettore del Seminario

e mi disse che sui chierici nostri di teolog aveva nulla da osservare.

 Prima che facessero la domanda per l’ordinazione li ho mandati ancora loro,

quelli di teologia, a domandargli se la potevano fare,

e disse che essi non dipendevano da lui. Dopo qualche giorno vado dal Vescovo

per vedere se dunque si poteva presentare la domanda e mi rispose

che col Rettore ha stabilito che fin di qui a tre anni non ci dà l’ordinaz la tonsura,

e dopo due anni di Seminario.

 L’anno passato mi ha fatto un regolamento

dove contrariamente a questa disposizione che mi viene data alla vigilia delle ordinazioni.

Io ho taciuto, l’ho lasciato andare a Vigevano, e la poi sono capitato là

per fargli comprendere che non posso andare avanti così, e che ho proprio

bisogno di personale. Egli mi disse di farmi approvare da Roma e di rivolgermi

ad altri Vescovi e che gli andava a conturbare fin le ore di pace che si prendeva.

 A me è venuto da piangere. La notte prima mi ero sentito male,

mi era venuto caldo prima di partire, sotto la sul treno mi è venuto vomito

e una grande mossa di corpo, ad ogni stazione e mi sono trovato in uno stato

da fare pietà ai sassi, ad ogni stazione d’un po’ di fermata come Alessandria,

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Valenza, Mortara doveva discendere per la ritirata

e perché mi veniva da rigettare di continuo, - così sono arrivato a Vigevano,

come è piaciuto al Signore, e sono partito da Vigevano abbattutissimo.

 Ma poi il giorno dopo, siccome il cuore del il nostro Vescovo lui come lui è buono,

vedi, mi scrisse dicendomi che avrebbe data l’ordinazione,

benché non con gli altri del Seminario. Ma intanto vedi tu che vite bisogna fare.

ed e questo da sette Ma sia un po’ fatta la volontà del Signore è ancora niente:

quanto si è patito in sette anni!

E vedi che come Ora come posso con tutti questi pasticci io non posso dire

assicurare se un altr’anno don Sterpi potrà continuare a stare lì.

Direi io d Da parte mia però farò tutto quanto è in me, ma dato che don Sterpi

dovesse venire tolto via, perché il Convitto sia provvisto nel miglior modo

di un ottimo sacerdote Direttore tranquillo che continui lo stesso spirito

e che abbia tutte quelle le doti necessarie perché l’Istituto fiorisca.

 Tuttavia direi di andare adagio a fare delle spese, anche nel caso che Sterpi resti,

finché almeno non vi siate rifatti delle grandi spese passività che avete.

 Che se tu sai indicarmi una via d’uscita, che che possa andare

io mi sarò lietissimo di poter appagare

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