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[Tortona,] 12 Maggio [191]3
Caro sig.r Decano, [della Confraternita di S. Anna]
Sento con vivo piacere da don Risi che da tre giorni
si va notando in lei un po’ di miglioramento. Oh ne sia ringraziato il Signore!
Io
Da povero prete prego io
per lei, caro sig.r decano, come io farei per
un fratello.
Prego il Signore di concederle la salute, e prego il Signore di darle la rassegnazione alla sua santa volontà.
Voi
Lei però, o mio buon amico, dovete
ogni giorno che si leva
mettervi
si metta nelle mani di Dio; e digli
gli dica: Caro signore sia fatta di me
la vostra santa volontà! Voglio vivere e morire in grazia vostra,
compiendo
la vostra santa volontà disposizione
fino all’ultimo,
nella
fede di che mi avete
dato, che è la fede in nostro Signore Gesù Cristo crocifisso,
come
intende la s. madre ce
l’ha messa nell’anima la chiesa e
come farei come
E
poiché se fossimo un bambino bambini
ci ci mi abbandoneremmo
nelle
braccia della santa chiesa, come nelle
braccia e nella fede di nostra madre,
così
lei abbandoniamoci alla
santa volontà di Dio nelle del
Signore nelle fede consolante
e
nelle braccia della s. chiesa che
come piccoli bambini poiché la chiesa
è
la madre della nostra fede,
che ci conforta nei mom giorni
più dolorosi della vita!
Confidate nel Signore e nei dolori e non vi disperate,
che il Signore vi sta vicino come una madre e conta tutte le vostre pene e sofferenze
poiché
il Signore e, per mezzo dei dolori e della
tribolazione ci guadagnamo
vuole purificare la vostra vita e darvi il santo Paradiso.
Chi
Quanto più l’uomo
con pazienza soffre, e sostiene le malattie pazientemente
per l’amore di Dio, tanto è grande presso Dio, e non più; e quanto l’uomo è più debole
a sostenere i dolori e le avversità, tanto è minore presso Dio.
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