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 [+]        [Tortona,] 27 / Agosto [191]3


 Carissimo in G. C.,


 Ho voluto consultare il Génicot, sulla discussione avuta l’altro jeri,

almeno per la parte che si riferisce alla quantità di carne

che costituisce peccato grave nei giorni di astinenza.

Non so quale autore tu hai preso in mano, quando eravamo a pranzo: forse il Gury?

 Ebbene, bada che anche il Gury, nelle ultime edizioni,

non tiene più la sentenza dei tre grammi, ma evidentemente mostra di ritenere

che passa oltre l’oncia.

 Il can.co Guffanti anzi dice che, in una (forse l’ultima edizione),

ha trovato che dice duae unciae.

 Il Génicot dice il Trat. VII - De praeceptis Eccl. (De jejunio et abstinetia)

Cap. II p. 443, III: «Si praeceptum abstinentiae laeditur manducando carnem

proprie dictam, probabile est non committi peccatum grave nisi manducentur duae unciae».

(Staz., Trib. Poemt L. I p. III n 528; = Lehuk I n. 1207; = Ballerin. P. n. 108)

 Quindi non si pecca grave, arrivando fino ai 50 grammi, e anche sino ai 55

(vedi che, oltre i 50 grammi di salame, ci sarebbe forse anche da poter far bagnare

una zuppa all’albergo di Voghera) E il Bucceroni al Tom. I, n. 1575 dice:

Recentiores sunt Theologi, qui ajunt materiam gravem in carnibus esse tantum duas uncias.

E il Bucceroni la tiene, ed è il prof. attuale di morale alla Gregoriana:

sotto gli occhi della s. sede.

 Che se poi si tratta di uova, senti cosa tiene il Génicot:

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