V059T248 V059P295
[+] [Tortona,] 20 Dic.bre 1931
Caro Michele,
La grazia di n. Signore e la sua pace siano sempre con noi!
Riferendomi a vostra lettera del 18 corr., mi è caro dirvi che vi ricorderò sempre
a nostro Signore. Mi spiace quello che è capitato, ma prevedevo che sarebbe finito così
poiché, - come anche si comprende dalla vostra lettera - voi, caro Michele,
non eravate venuto non per farvi santo nella umiltà e obbedienza,
ma per fare di vostra testa e a modo vostro.
Ricordate quante volte vi ho raccomandato di ubbidire e di non voler comandare,
di mettervi nelle mani di don Sterpi e di stare agli ordini e vivere lo spirito di disciplina.
Vi hanno levato da S. Alberto? Dovevate essere contento pur di ubbidire.
Fu
un atto di fiducia l’avervi messo a S.
Alberto Montebello,
ma anche colà volevate fare a modo vostro, trascurando quello che dovevate fare
Voi sapete, caro Michele, quanto io e don Draghi, don Perduca e don Sterpi
vi abbiamo sempre rispettato e, tenuto in conto; - e, quando ho dovuto parlavi un po’ forte,
fu sempre perché vi vedevo troppo attaccato alla vostra volontà
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