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Povera pecorella!
[l’azzurro è dattiloscritto]
Si
Erasi Si era allontanata dall’ovile
dal suo suo
ovile stanca di felicità:
non le mancava nulla: pascoli ubertosi, freschissime acque,... ad un tratto ode una voce
che
non era la voce del pastore ... Era il mondo che la chiamava,
... e lei, imprudente,
seguitò quella voce; e, uscita furtiva dall’ovile, si diede a carolare per ogni sterile prato,
cercando invano dissetarsi tra i pantani di dissipate cisterne ...
E Gesù, il buon pastore, correrle dietro ansante e trafelato,
e seguirla per balze e dirupi, giorno e notte, senza mai posare un istante ...,
e chiamarla per nome, protenderle le braccia, invitarla, ma sempre invano, al suo cuore ...
e piangere ... sì ... piangere più che tenera madre la morte dell’unigenito suo ...
Ed
E lei, insensibile a tanto amore, resistere
ostinarsi, fuggire ... fuggire pur sempre ...
Un giorno però. e forse dopo molti anni, questa pecorella spensierata e colpevole
si ferma, o meglio, cade esausta di stanchezza, di rimorso, di tedio!
È notte .., ella ha smarrito la via. A un tratto ecco una voce soave
come un’eco lontana di celestiale armonia ... ella ascolta ... guarda intorno e, peritosa,
commossa, domanda: chi sei tu?!
E, Gesù col sorriso della più tenera pietà sulle labbra, Gesù risponderle mite
e amoroso: Sono il buon pastore!
E più pietoso del Samaritano, più affettuoso d’una madre,
il buon pastore rimuove le spine che hanno ferita e insanguinata la sua cara pecorella,
fascia le sue piaghe, ne riscalda le membra, la carezza, e le rende la speranza, la gioia,
la vita!
O povera anima caduta, ascolta la voce del Signore!.. Su ..., coraggio!..
levati ... ritorna! Gesù ti ama ancora!
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