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[l’azzurro è dattiloscritto]


Costeggiando ........


 Spiagge ridenti di bellezza, cielo poeticamente azzurro, giardini di Posillipo,

munificenza de’ golfi di Napoli e di Gaeta, coronati da palme e da fiori ...

sorrisi incantevoli di un’eterna primavera per l’infinito de’ cieli ...

 Ville splendide di Pozzuoli, clima delizioso di Sorrento,

sole bellissimo come di maggio, viva immagine della vita; - e la sera la luna bianca

e mille e mille stelle che scintillano negli immensi padiglioni celesti,

riverberando la tremola luce nell’onda increspata del mare.

 Aurore mattinali, belle come le aurore de’ miei primi anni,

poesia sublime dell’universo, luce iridescente che piovi candida come la neve,

e dipingi le corolle e crei le armonie dell’iride su per le acque e pei colli! ...

 Un profumo viene dalla spiaggia fiorita ... venite, venite, o balsami soavi! ...

 O canti d’augelli, gorgheggi misteriosi, aleggianti nell’aria serena, profumata ...

venite e venite! ...

 Oh quanto sei bella, o Italia!

 Ma il tuo sorriso, o vaga plaga di Napoli, non è eterno! ... anche te,

come la primavera dell’uomo attende un’agonia

 Oh! perché, sparite, o cieli dalle dorate aurore, dietro il mesto addio del tramonto?

e perché ti dilegui, o sole? perché mi abbandoni, o sereno, incantevole miraggio de’ fiori? ...

 I canti scemano e si spengono, la na il piroscafo mi porta lontano ...

l’eco melodiosa si perde ... e la nota dell’anima mia è mesta! ...


X


 Ma una visione d’angeli candidi mi viene dalle vette nevose dell’Etna,

e a te mi riconduce, o Gesù, fonte di eterna gioia «Sorgi» ed io risorgo.

 Oh! vieni, o Gesù, poiché io vengo a te, vieni ad empire il vuoto dell’anima mia.

 Cento aurore sui cieli non eclissan la tua, di cento primavere sui campi

la tua è più bella, e l’armonia dell’universo è muta innanzi a te, aurora, primavera,

armonia eterna delle anime.

 Ed io a te canto l’inno del cuor mio.

            V061P016


 Li ricordi, o Gesù, i primi palpiti che palpitai per te all’Eucaristica mensa

di un connubio angelico, misterioso, nella delizia dell’innocenza,

nel santo maggio de’ miei giorni belli? Li ricordi, o Gesù?

E i primi fiori che spargesti in me nell’effusione della tua grazia infinita,

coll’alito degli affetti immacolati? m Ma poi venne la colpa, venne il pianto,

il gemito del pentimento: ah! quei fiori, quel sorriso quella luce di grazia,

quella viva fiam vampa di fede amore! Si sono dileguate,

come si va dileguando la spiaggia verde e fiorita e la luce del cielo! ...

 Ma Tu mi sei riapparso col sorriso rinascente, vita in me di fiori novelli,

e mi hai detto: «Posa il tuo cuore sul mio, Io sono il fiore che non appassisce,

la primavera che non muore, l’armonia che non si dilegua, il sole che non tramonta!»

E mi hai confortato.

 Oh! io t’abbraccio, tu mi inondi di vita eterna, primavera de’ secoli inconsumabili,

sorriso e delizia affascinante, inestinguibile del mio povero cuore.

 E l’ultima nota dell’anima mia, non è più la nota della tristezza ...

è la nota della speranza, il canto della gioia ... l’inno dell’amore a te, o Gesù!

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