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[l’azzurro è dattiloscritto]
Il Rosario
Colui che ama la propria madre è, dice lo Spirito Santo,
simile a chi raduna un gran tesoro. Quali tesori di grazie saranno dunque promessi
a coloro che onorano Maria, la quale, oltre ad essere la madre nostra
è pur vera madre di Dio? Iddio, che ha dato alla santa vergine la pienezza della grazia
su questa terra, le ha certamente dato in cielo la pienezza della potenza
a favore dei suoi divoti. Dubitarne sarebbe come dubitare che il figlio di Dio
voglia degnamente onorare la propria madre.
*
Tra le espressioni più graziose, e più dalla chiesa raccomandate,
della divozione a Maria è la pia pratica del rosario.
Il rosario pone sulle labbra del fedele le più belle parole che si leggano nel Vangelo,
il saluto cioè dell’angelo a Maria, e il Pater noster insegnatoci da Gesù Cristo.
Poi lo conduce a contemplare, nei suoi misteri, le virtù, i dolori, le glorie
dei principali personaggi che nel vangelo si incontrano, e che da 19 secoli
sono l’oggetto del culto del mondo civile.
Il rosario è adunque il vangelo presentato ai cristiani in una forma popolare.
*
Sorride l’ignorante quando vede la corona nelle mani di qualche umile donnicciola,
ma io vorrei dirgli: vieni, fratel mio, e leggi che cosa pensi di questa divozione
un ingegno assai noto all’Italia, l’infelice compagno di Silvio Pellico, Pietro Maroncelli,
il quale preparava un poemetto a Maria vergine intitolato le quindici rose. -
Nulla, scrive egli, per la immaginazione e pel cuore, nulla di più poetico
che l’ente nuovo che il cristianesimo ci fornisce, Maria di Nazaret vergine madre!
I vari periodi di sua vita, in cui dalla storia religiosa ci viene presentata furono soggetto,
a’ più grandi scrittori d’ogni nazione, di componimenti che non morranno.
Dante, Petrarca, Sannazzaro, Pope, Gaudenzi, Schiller, Racine, Manzoni
figurano principali in questo numero.
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Leggi, vorrei dirgli, che cosa scrive in questa divozioni un illustre contemporaneo,
il Regaldi, quando racconta d’aver ricevuto da sua madre una corona
col consiglio di tenerla cara, se voleva giungere a meta gloriosa,
e com’egli sempre seco la portasse, e sul mare, e nelle solitudini e nelle frequentate città.
*
Cerca, vorrei dirgli, nelle patrie storie come combattessero i gloriosi tuoi antenati,
e vedrai che ai tempi di Pietro Micca, i battaglioni piemontesi, anneriti dal fumo
e dalla polvere, al loro ritorno dalle mura facevano dei loro tamburi accatastati un altare
e postovi un crocifisso recitavan il santo rosario.
*
Troverai che un famoso guerriero, che molti abbiam conosciuto,
mentre una notte inseguiva il nemico sul monte orfano, udendo il canto di un usignolo,
si ricordò con tenerezza del rosario di sua madre e scrisse queste gentili parole:
«quell’usignolo affidava all’aure il suo rosario di note armonie, e parevami,
udendo quel piccolo amico dei miei anni infantili, di sentir piovere su me
una rugiada benefica e rigeneratrice».
E quel guerriero era Garibaldi.
Si dirà forse che questa preghiera è una ripetizione di parole identiche
la quale deve finire per cagionar noja? Ma e che cos’è una musica melodiosa?
Non è forse la ripetizione del medesimo motivo? E che cosa è l’applaudire
che si fa ad una regina? Non è forse la ripetizione della stessa parola,
del suo nome cioè, accompagnato da battimano che si vorrebbe non finissero mai?
*
E quali parole più belle a ripetersi di quelle dell’Ave Maria
che spiegate dai primi genî del cristianesimo riempirono già dei loro commenti
più di quarantamila volumi? E quanto al Pater noster chi non conosce il giudizio
che ne diede il primo Napoleone? Volete qualche cosa di sublime? recitate il Pater noster!
Ed il Gloria non ti rammenta la pace annunziata dagli angeli
sul presepio di Betlemme.
Ma oltre alle parole vi sono nel rosario misteri santissimi da contemplare.
Come nelle rose trovi le verdi foglie, le spine, e lo splendido fiore,
gloria dei nostri giardini, nel rosario incontri da meditare, nei misteri gaudiosi
le virtù dell’anima, nei dolorosi le pene che devi dividere con Gesù Cristo,
nei gloriosi le glorie che delle virtù e dei dolori saranno premio in cielo.
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Ah! tutto è bello, tutto è istruttivo, tutto è commovente
in questa amabile catena di mistiche rose che lega l’anima fedele a Maria,
e quando mi dicono che il rosario è la divozione dei fanciulli
mi consolo colle parole del vangelo: - se non diventerete come i fanciulli
non entrerete nel regno di Dio!
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