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sotto il ritratto:
Sua Emin.za Rev.ma il Card. Carlo Perosi
(se la dicitura venisse troppo lunga, togli Carlo, e se fosse ancora lunga, togliere Rev.ma)
Il Card. Carlo Perosi, testé elevato dalla bontà del santo Padre Pio XI
all’onore della sacra porpora, è gloria della forte e generosa Tortona.
A Tortona egli nacque il 18 dic. 1868 dal compianto cav.r Giuseppe:
a Tortona crebbe e si formò al sacerdozio, sotto la guida di sua Eccell. rev.ma
Mg.r
Daffra, di Mg.r Andrè, di
Mg.r Campi, di Mg.r Novelli, uomini di Dio
uomini
venerandi per virtù, dotti nomi
indimenticabili.
Ordinato sacerdote da Mg.r Bandi, di v. m. venne mandato a Roma a perfezionarsi
negli
studî e conseguì con lode la
laurea le lauree in filosofia e in
sacra teologia.
Egli
fu assai caro A Roma fu egli carissimo a Mg.r
Fontana Rettore allora
del
Colleg Seminario
Lombardo, e poi Vescovo di Crema.
Tornato in Diocesi, insegnò belle lettere, e storia, fu Vice-rettore
del Seminario Maggiore e poi professore di filosofia per circa dieci anni.
I
sacerdoti più anziani sacerdoti dei
figli della Divina Provvidenza
furono suoi discepoli, e lo ricordano con alta stima e venerazione.
Il suo prestigio andava ogni giorno crescendo, e la sua attività, fatta di luce
e di bontà, si estese anche al campo civile ed amministrativo. Egli venne chiamato
a far parte dell’Amministrazione del civico ospedale, ove portò per diversi anni,
il contributo prezioso delle sue doti, de’ suoi studî e della sua operosità.
Così fu cappellano presso lo stesso civico ospedale e alle carceri giudiziarie.
nei
quali offici gli
Fatto
Papa Pio X, - che già conosceva
conoscenza personalmente del
aveva conosciuto il prof. don Perosi a Venezia, quando questi si recava a trovarvi
il
Maestro il fratello don Lorenzo, Maestro alla
cappella di S. Marco,
e ne
aveva apprezzate le doti, la pietà, lo zelo - con sua lettera
autografa Pio X diretta
diretta
al compianto Vescovo Mg.r Bandi, Pio X chiamava a Roma don
il prof. don
Carlo,
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mentre
già da alcuni anni vi si trovava a
Roma il fratello suo, D
il celebre don Lorenzo,
Maestro
della cappella Sistina. Con lui passò
si riunì a Roma tutta la famiglia Perosi.
Fu allora che la famiglia Perosi passò a Roma.
Nel
nuovo, più vasto campo di lavoro, brillarono con
di maggior splendore
le doti del novello Cardinale.
Consultore della Congr. del Concilio e membro del tribunale della Penitenzieria
Apostolica
prima, venne poi mandato, nel 1907, visitatore dei
Seminarî della Sicilia,
e fu
allora in
quell’occasione che egli volle ai suoi fianchi, in qualità di
segretario,
il nostro indimenticabile prof.r don Gaspare Goggi, uscito qualche anno innanzi,
con plauso, dalla R. Università di Torino.
Fu
Nel 1909 Mg.r Perosi venne assunto a sostituto
- assessore
del la s. Congr. concistoriale, e poi al delicatissimo ufficio di reggente
la penitenzieria apostolica.
Canonico
di santa Maria Maggiore prima e,
dopo, di S. Pietro,
ora da circa dieci anni, era assessore della suprema Congr. del sant’Ufficio.
Godette
la fiducia dei di tre
Pontefici: Pio X, Benedetto XV e Pio XI.
che a p che,
Il nostro santo Padre, a premiarne meriti veramente eminenti
volle elevarlo alla dignità Cardinalizia, e ciò fu per Tortona, ma specialmente
pei
figli della Divina Provvidenza un
giorno di esultazione grande.
Forse non tutti i nostri lettori sanno le relazioni strettissime, che ci furono
sempre e a Tortona e poi a Roma tra la famiglia Perosi e don Orione
e i digli della Divina Provvidenza.
Il cav. Giuseppe Perosi, per molti anni distintissimo maestro di cappella della
Cattedrale di Tortona, iniziò Don Orione alla carità nella Conferenza di S. Vincenzo,
quand’era
e fu con quando il nostro Superiore era ancora
chierico.
Insi
Il Maestro celebre
maestro don Lorenzo Perosi giovane secolare
e il
chierico Orione andavano nelle catapecchie a visitare i poveri sui
sussidiati
dalla Conferenza, sui bastioni della città e nelle povere stamberghe - Marziano Perosi,
l’altro
fratello fu l’aiutante di campo del nostro
primo oratorio festivo,
da cui nacque la Piccola Opera della Divina Provvidenza
I primi doni ai fanciulli del primo, indimenticabile oratorio festivo
ce
li portò da Vigevano don il
maestro Lorenzo Perosi,
erano
dei piccoli immagini
bellissime del sacro cuore che egli aveva avuto dalle
da
quelle Sacramentine, dopo un in
occasione d’un collaudo di organo.
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L’Armonium,
stes da che conserviamo
nella Casa di Tortona,
è
l’Armonium stesso su cui suonava il
don Lorenzo, l’attuale maestro
della cappella Sistina, ed è un dono dei Perosi.
Il loro padre veniva nella prima casetta di S. Bernardino
a farci la lettura durante il pranzo, mentre noi si mangiava la polenta, -
ed
e fu il nostro maestro di Musica - Il padre del
nostro Cardinale Perosi fu a
Roma
era quasi sempre da noi; fu assistito da Don Orione nell’ultima malattia
e
accompagnato da lui, al al Campo Vera
rappresentan al cimitero di Campo Verano.
La
Mamma morta Quando morì la loro mamma, Don Orione
era in America,
ma a confortarne la famiglia c’era a Roma Don Sterpi.
Ma della bontà personale del Cardinale verso i figli della Divina Provvidenza,
che diremo?
Eh
quanto, quanto ci sarebbe mai da dire
raccontare!
Durante gli anni del suo insegnamento e suo ministero sacerdotale in Tortona,
Egli fu confessore assiduo dei nostri giovani e dei nostri chierici
E fu l’amico, il consigliere fedele del nostro Fondatore
nelle
ore più terribilli difficili.
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Ci limitiamo al ricordo di un giorno, che fu davvero terribile la prova del fuoco.
Visto
che non si poteva tagliarci i viveri né farci
morire prenderci per fame:
visto
che il fallimento pro dell’Istituto
non veniva mai mai,
si
tentò farci creare il
deserto attorno a noi.
e
E si inpose riuscì
invero ad allontanare dalla piccola Opera
parecchi
buoni sacerdoti, amici e carissimi,
e benefattori insigni.
Con
Malgrado l’abbandono di chi ci
a Don Orione era più caro che un fratello,
l’Istituto continuava lo stesso.
Quando si volle fare il deserto attorno al nostro Superiore
e si
volle sciogliere e distruggere
disperdere la Congregazione nascente,
egli
e tutti o quasi ci avevano abbandonato Don Orione e i
suoi più che 200
circa 300 giovani raccolti allora nell’ex quartiere di S. Chiara in Tortona,
e
don Sterpi, don Risi, don il
prof. chierico Gaspare Goggi dalla mattina alla sera
furono dispersi e allontanati da Don Orione. Non bastando, si trascese
sino a volerci schiantati e morti.
Guai se l’occhio della Divina Provvidenza non avesse vegliato su noi!
Avevano
intimorito gettato il
timore un timor panico tanto
che tutti tutti o quasi
avevano disertato l’Istituto per non compromettersi.
Eravamo
tenuti in sospetto e guardati come lebbrosi, eravamo
eravamo trattati,
e
fuggiti come scismatici.
Sentivamo
che ma quasi anche nell’aria con che
una spaventosa una
tempesta
incombeva sulle nostre teste i giovani, raccolti allora da Don Orione
nel
vasto quartiere di Santa Chiara erano
forse eravam circa un trecento.
Ecco
un ordine ai Superiori bisogna tutti Un giorno
sentiamo che è giunto un ordine:
i
Superiori che stanno aiutano
Don Orione devono tutti vicino a
partire, e subito partire.
Don Sterpi è sbattuto vice parroco a Montebello, Risi e il prof.r Gaspare Goggi,
allora
suddiacono, e ogni altro ajuto alle
loro case loro, subito,
avanti che tramonta il sole,
in
giornata in attesa di disposizioni
ulteriori provvedimenti.
Così
A Don Orione venivano si troncavano le braccia.
E
avevamo il le scuole
del ginnasio interne!
Privato de’ più validi e fedeli, pieno di debiti, con 300 bocche da mantenere,
Don Orione rimase solo.
Dovettero essere momenti di profonda amaritudine
Ebbene, in quei frangenti, un sacerdote osò varcare le soglie
della
Divina Provvidenza e venne a dire a Don Orione la parola del
fraterna,
la parola del conforto
Il solo che venne fu Don Carlo Perosi. Onore a lui!
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Fu
un op Sono di quelle opere di misericordia che non si
dimenticano più.
Don Orione, col divino ajuto, rimase umile e fedele ai piedi della chiesa.
Non mosse un dito a difendersi, e quel Dio che mortifica e vivifica
La tempesta passò, perché l’ultimo a vincere è sempre Iddio.
Mg.r
Vescovo, rivedutosi dell’in Mg.r Bandi, nostro venerato Vescovo e
Padre,
ricredutosi
dell’inganno ordinava solo
E
solo qualche mese dopo, a don
Carlo Perosi l’incarico riceveva
l’incarico
da Mg.r Bandi, nostro venerato Vescovo e padre di esaminare la nostra posizione canonica
e le
regole, e poi gli diede un
consolantissimo incarico di stendere un decreto,
il primo decreto Vescovile di approvazione dell’Istituto è opera del Cardinal Perosi.
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